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Non capita frequentemente di contraddire Sabino Cassese eppure è arduo se non impossibile concordare nel momento in cui il professore campano sostiene che “agitare il mito sovranista non esiste più da tanti anni, mentre la dimensione europea la massa critica minima per essere ascoltati nel mondo”. In questa situazione cosmica, che vede, riconfermandola, l’egemonia trilaterale (Usa, Russia e Cina), l’Europa, articolata ed anche fieramente suddivisa, è semplice vassalla, va ripensato ed è ormai indispensabile riflettere sul termine gallico “souveranisme”, che ha espropriato, scavalcato senza acquisire il significato storico, consacrato da secoli, del nazionalismo, concreto e tangibile.
Sul principio, sull’idea offre interessanti elementi di riflessione la voce “Nazionalismo” nella decima appendice della “Enciclopedia Italiana” (Roma, 2020). L’autore è Fabrizio Tonello, docente di Scienza politica e collaboratore de “Il Manifesto”. In avvio cita Silvio Lanaro (1991) con il suo giudizio ultimativo sulle “nazioni entità residuali […] destinate a tramontare per l’impulso di potenti fattori di omologazione”. Con un balzo di 25 anni utilizza Bobbio, Matteucci e Pasquino, a detta dei quali (2016) “ in Europa il processo di unificazione segna il tramonto del nazionalismo”, perché gli Stati nazionali europei (ipotesi che vediamo quasi quotidianamente assurda) “sono destinati a sopravvivere soltanto come un anacronismo in un mondo che va evolvendo verso forme di organizzazione politica di dimensioni continentali [vedasi l’esempio eclatante ma drammatico della Cina] e a carattere multinazionale”.
Ad avviso poi di A. Heywood (1999, 2004) il nazionalismo è sostanzialmente “la dottrina che ogni nazione ha diritto all’autogoverno, riflessa nella convinzione che, per quanto possibile, i confini della nazione e quelli dello stato devono coincidere”. Da ultimo Y. Tamir (2019) non ha esitato a considerare che “il nazionalismo è sempre stato parte del mondo politico moderno, a volte occupando il sedile posteriore, altre volte in prima fila”. Finalmente, da parte sua, l’Autore ha mostrato l’avviso che “in realtà i nazionalismi non sono sopravvissuti: sono semplicemente stati presenti nella vita quotidiana e, dopo il nefasto allargamento a 28 dell’Unione Europea, sono stati potenziati e resi più aggressivi proprio dal funzionamento dell’Unione che, a torto o a ragione, viene percepita da una maggioranza di cittadini come strumento di poteri lontani e ostili, oltre che privi di legittimazione democratica”. Quasi a consolarsi Tonello ammette, chiudendo, che “purtroppo, in assenza di nuove visioni del mondo e nuovi leader capaci di interpretare in chiave differente le richieste dei cittadini, con il nazionalismo [il neologismo “sovranismo” è sempre e solo enfatico e inconcludente] dovranno convivere ancora a lungo”.
Sulla scorta e sulla base del suo volume “Lo scontro degli Stati – civiltà”, il filosofo politico inglese Christopher Coker, ha affermato, offrendoci non pochi spunti di riflessione utili ed utilizzabili, basati su solidi agganci storici, che “l’Unione Europea non può diventare uno Stato civiltà, perché ci sono troppe fratture culturali e geografiche al suo interno. La Ue non è riuscita [verità da tutti sottaciuta, perché inoppugnabile] neppure a mettersi d’accordo su un manuale di storia unitario. Non c’è modo di creare uno Stato – civiltà: il genio dell’Europa è stato il suo pluralismo e lo è ancora oggi. Ogni Paese è così diverso dagli altri”.
Non so se il prossimo futuro vedrà la fine degli Stati nazione di sicuro vedrà la fine dell’Italia nazione. Israele e piccolo ma importante soccomberà all’Unione degli Stati arabi ? Credo che questa filosofia sia accreditata in Italia a giustificare una classe dirigente inadeguata. Cosa significa delegare all’Europa l’approvvigionamento di vaccini ? Ad ora non mi è sembrata una mossa vincente, salvo consentire alla politica nazionale di lavarsi le mani di un ulteriore grana, la Germania ha proceduto autonomamente come dargli torto, l’Inghilterra fuoriuscita dall’Unione recentemente è molto più avanti di noi l’Ungheria a validato lo Sputnik, e L’Europa ?, e allora cosa significa essere “massa critica” ? Ma credo che indipendentemente dall’Europa L’Italia si è una nazione di entità residuale.
L’ideologia europeista in Italia viene usata per assolvere le classi dirigenti dalle proprie responsabilità, qualsiasi problema viene rimandato all’Europa è diventato un mantra per qualsiasi problema : immigrazione, commerci, trasporti, economia, ecc.ecc. con l’unico risultato che nessuna politica autenticamente di salvaguardia degli interessi nazionali viene intrapresa. Ma se così e’, mi chiedo perché avere un governo nazionale, un parlamento, tanto vale prendere direttive direttamente dalla Merkel, le classi dirigenti italiane sono così ignavie (Indolenza o viltà eletta a norma di vita)che si scavano la fossa con le loro mani.