La proposta di modificare la dizione Padre e Madre, con genitore 1 e genitore 2 ha scatenato roventi dibattiti sui giornali nazionali dove i sostenitori di questa sventurata ed improvvida proposta brindano all’ecumenismo di facciata che vuole un appiattimento di tutti i valori e di tutte le relazioni etico sociali in nome di una pretesa ed artificiale uguaglianza delle più svariate e minoritarie circostanze.
Per converso i detrattori della proposta di indicazione genitoriale algebrica, hanno gridato in più occasioni allo scandalo, al furto di identità, ed al paradosso di disuguaglianza che la stessa proposta incorpora, ovvero l’uno che viene prima del due comporta una automatica differenza di valori e di valenza del genitore uno rispetto al genitore due, qualsiasi esso sia. La reale portata di questa iniziativa invece va ben oltre il mero dato letterale e semantico del suo significato, poiché rappresenta un chiaro ed evidente tentativo di ribaltamento della nostra struttura sociale e familiare.
Le regole in realtà sono ben chiare e provengono dalla natura, regole che sono state recepite dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1947, ed in seguito anche dalla nostra Carta Costituzionale del 1948. La differenza in natura, recepita nella sostanza delle leggi, parte proprio dalla presa d’atto della natura maschile e della natura femminile, diversità che unite generano la famiglia, che altro non è se non la società naturale su cui si basa la nostra civiltà.
Senza scendere in approfondimenti normativi ed analisi giurisprudenziali ci sarà sufficiente citare l’art. 16 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, la quale espressamente stabilisce che:
“1.Uomini e Donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all’atto del suo scioglimento.
2.Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.
3.La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.”
I concetti sono chiari e sufficientemente espressi nella norma testé riportata, e sintetizzandoli in uno schema lineare la cui la struttura non può che essere:Uomo + Donna à = Matrimonio = Uguaglianza dei coniugi = Famiglia à Nucleo fondante della società = Obbligo di protezione da parte dello Stato.Lo Stato quindi tutela se stesso ed il nucleo fondamentale della società tutelando la differenza iniziale del padre e della madre, che unendosi in famiglia perpetuano la continuità della società civile e dello stato istituzione.
Il dato testuale dell’analisi di sintesi quindi comporta che un attacco alla unità della famiglia naturale si traduce in un attentato alle fondamenta dello Stato che deve quindi necessariamente intervenire in autotutela.Questi principi espressi chiaramente dalle Nazioni Unite sono stati debitamente recepiti dalla Costituzione Repubblicana nella parte dedicata ai rapporti etico sociali, dall’art. 29 all’ art. 34.L’art. 29 in particolare sancisce che “la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. L’enunciato dell’art. 29 quindi non fa altro che confermare che la Repubblica Italiana nasce e trova fondamento nella società naturale fondata sul matrimonio, ovvero sulla differenza tra Uomo e Donna, quindi tra Madre e Padre.
Questa differenza, che è base della società, viene anche ribadita nell’art. 31 dove la nostra Costituzione impegna lo Stato a fornire aiuti e sussidi alle famiglie e si impegna a proteggere la maternità, l’infanzia e la gioventù.La necessità di tutela di questa fondamentale disuguaglianza naturale apre una parentesi costituzionale al cardine del principio di uguaglianza e pari dignità sociale che la Costituzione cristallizza nell’art. 3; infatti se tutti gli uomini e le donne sono liberi ed uguali, le differenti posizioni dell’Uomo e della Donna nella famiglia nel loro precipuo compito di Padre di Madre sono considerate e tutelate differentemente dal Legislatore Costituente.
Genitore 1 e genitore 2 non sono una semplice modifica burocratica ma piuttosto un gravissimo attacco alla base costituzionale della società moderna nazionale ed internazionale.Pertanto, l’alibi della famiglia monogenitoriale tirato in ballo dal buonismo giacobino di turno non regge e l’evidenza delle reali intenzioni sfugge, perché non è appiattendo tutte le Madri e tutti i Padri su di un valore unitario, che si integra chi per destino inizia il cammino della vita con un passo differente.
L’attacco alla famiglia tradizionale assume così forme sempre più subdole, per il tramite dei perversi progetti pilota avanzati da attori sempre più inclini ad uno stravolgimento del senso del reale e del naturale. La violenza perpetrata sul lessico e sui termini, volta a creare un senso di colpa verso definizione sino a ieri cristalline è tutto fuorché una formalità ma è un piano cosciente per ribaltare i valori condivisi della nostra società civile. Questo piano, nella più vigliacca tradizione populista forgia i suoi basamenti attraverso una “istruzione dal basso”, offre modelli sovversivi ed illegittimi quale nuovo pane della modernità.
In un contesto sociale già di per se messo a dura prova dai ritmi sempre più serrati della società moderna, dove viene spesso erosa la tranquilla intimità famigliare, si innestano ora problematiche niente affatto strategiche ne tanto meno pressanti, ma rese falsamente attuali da una ristretta cerchia di intellettuali destrutturati, tesi a rieducare con metodi da ancien régime communiste i costumi e le abitudini radicate nella nostra società. Il germe del disordine e dell’insicurezza è il veleno con il quale si vuole accentuare ancora di più le divisioni e le fratture in seno ad una società che deve invece ritrovare la propria coesione per affrontare le nuove sfide del presente, ridefinendo la propria centralità e importanza, che muove dall’assunto strategico della famiglia tradizionale. Non saranno le difficoltà del presente a destabilizzare le logiche immutabili che da radici forti fanno sorgere le fondamenta della nostra casa comune. La sfida è aperta ed è tremendamente attuale : “Il caos moderno dei modelli contro la solare bellezza dei legami umani naturali”, e chi non ha occhi per distinguerla la ha già persa.
(in collaborazione con Luca Soro)