In questi giorni la stampa “amica” di Berlusconi, impegnata nella propaganda per il Quirinale, lo insegue, esaltando e sottolineando la rilevanza “storica” di ogni sua iniziativa. Da ultimo è stata presentata “la lettera di stima e di affetto”, inviata a Gianfranco Rotondi, di cui è stato testimone di nozze, in cui il Cavaliere prende in esame, da par suo e nella sua visuale, il quadro politico italiano, gettando dall’alto dei suoi 85 anni, compiuti a settembre, “uno sguardo al futuro”.
Berlusconi ha presentato questa letterain occasione di una fatica letteraria del suo pupillo, dal 2018 eletto alla Camera in Abruzzo per “Forza Italia”. Attualmente il parlamentare campano, in un passaggio della sua variegata esperienza pubblica, guida con Paola Balducci la neonata associazione di ispirazione ambientalista, poi partito, “Verdi e Popolari”. Il lavoro, La variante Dc, ha un sottotitolo, tutt’altro che tranquillizzante, Storia di un partito che non c’è più e di un altro che non c’è ancora. L’ex- presidente del Consiglio auspica, dopo la conclusione dell’esperienza di Draghi “straordinaria e irripetibile”, il ritorno “ad un bipolarismo più maturo, fondato sul rispetto per l’altro e sul comune senso di appartenenza alla nazione, alla Patria che tutti ci rappresenta, alla sua Costituzione, alle sue istituzioni”.
Si tratta di una tesi chiaramente ottimistica ed utopistica, impossibile da realizzare con una maggioranza, che vediamo operare con enorme fatica, composta da partiti e da raggruppamenti, privi sia da parte della componente popolare (ex DC e ex PCI), sia con il coagulo effervescente e inconcludente, di senso dello Stato ed amore per la Nazione. Berlusconi ottimisticamente, in questo suo sostanziale ribaltamento della realtà, ritiene che quella della DC sia stata “un’esperienza che tutti debbono guardare con rispetto anche da parte di chi non è stato democristiano, perché ha consentito a tutti noi di vivere in un Paese libero e prospero dell’Occidente”.
Il proprietario della Fininvest non si cura di considerare le conseguenze della gestione del potere dal 1946 in avanti, che, indipendentemente dal colore, ha devastato la scuola ed ha creato un inaridimento morale della società spaventoso.
Berlusconi, dimentico dell’attualità delle dispute in campo europeo, minato dalle mire egemoniche franco – tedesche, si identifica, sua buona pace, nella “grande famiglia politica” dei Popolari.