Con la sortita in Parlamento contro il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, il segretario del PD Matteo Renzi ha aperto un pericoloso conflitto istituzionale fra i più alti organi dello Stato, dall’esito incerto. Vedremo come i mercati reagiranno e soprattutto come l’agguato verrà accolto in sede internazionale.
Se Berlusconi avesse fatto una cosa del genere sarebbe stato sicuramente lapidato dai media.
Renzi ha fatto approvare la mozione contro il governatore Visco per mero calcolo elettorale perché teme la campagna dei grillini, della Lega, di Fratelli d’Italia e anche di Forza Italia, sul nervo scoperto del tema banche. MPS e Banca Etruria bruciano ancora sulla carne viva di migliaia di piccoli risparmiatori. È il tentativo tardivo di dissociarsi da chiare responsabilità.
Visco ha replicato: io ho fatto quello che ho fatto d’intesa col governo. Quale governo? Quello Renzi. Suona come una chiamata di correità.
Michele Emiliano esponente del Pd, governatore della Puglia ed ex magistrato ha detto: “Resto a bocca aperta”.
Il Presidente della Repubblica è stato costretto ad intervenire (e bene ha fatto) per ribadire il valore dell’indipendenza e dell’autonomia di Bankitalia.
La Banca d’Italia ha dato al Paese due Presidenti, Einaudi e Ciampi, e due premier Ciampi e Dini.
In una democrazia necessitano istituzioni di alto profilo da tenere fuori dallo scontro della politica. Il piccolo cabotaggio può garantire qualche voto (e secondo me neanche questo) ma alla lunga mina le fondamenta del sistema.