Strano ma reale l’ultima primavera (alle soglie dell’estate) porta con sé la malinconia. Riascoltando “Hour Of The Nightingale”, album d’esordio del gruppo finno-svedese dei Trees Of Eternity. C’è tristezza causata dalla prematura scomparsa della splendida voce e co-fondatrice della band, Aleah Starbridge, avvenuta il 18 aprile 2016. Riuniti i fratelli Frederik “North” e Mattias “Kryptian” Norrman (entrambi October Tide ed ex-Katatonia), rispettivamente alla chitarra e al basso, e con la preziosa collaborazione di Kai Hahto (Wintersun, Nightwish) alla batteria, la band di Juha Raivio (Swallow The Sun) e della scomparsa Aleah ha registrato nel 2014 l’opera in oggetto presso i Fascination Street Studios di Jens Bogren (Arch Enemy, At The Gates, Dark Tranquillity, Opeth, Paradise Lost). La pubblicazione è avvenuta per l’etichetta finlandese Svart Records.
I nomi menzionati dovrebbero bastare per presentare l’alto livello del suono, ad impreziosire la registrazione sono presenti anche due collaborazioni: quella di Mick Moss degli Antimatter nella catartica “Condemned To Silence” e quella di Nick Holmes dei Paradise Lost in “Gallows Bird”. All’interno del disco, oltre a una maggioranza di brani inediti, sono presenti anche le quattro tracce inserite nella demo pubblicata dalla band, nel 2013, ovvero “My Requiem”, “A Million Tears”, “Black Ocean” e la ballata “Sinking Ships”, per l’occasione ri-registrate dalla band al completo, quasi a dimostrazione di come si sia evoluta, pur rimanendo totalmente fedele a sé stessa. Ad anni di distanza il contributo tecnico dei musicisti nominati, non è scontato e non è necessario. “Hour Of The Nightingale” è un disco unico ed elegante che travalica il suo genere: Un’Opera.
Basta trovare l’album, ascoltarlo e lasciarsi prendere e portare per mano fino al crepuscolo che indica sia il tramonto sia l’aurora, dove infine ci conducono, con decisione, infinita delicatezza e sapiente maestria, gli arrangiamenti strumentali di Juha Raivio e la voce (lo strumento in più) immensamente evocativa voce della Starbridge. “Hour Of The Nightingale” è poesia, è letteratura scritta per mezzo delle note musicali. È il triste e mesto addio ad Aleah. R.i.p. Anticipazione della fine d’autunno alle soglie dell’estate all’interno del Caffè nel quale sto scrivendo.