Vi ricordate i gridolini di gioia dei “dem” nostrani al risultato delle presidenziali austriache? “Vorremmo essere tutti viennesi”, strillavano i nostri, imbaldanziti dal pugno di voti con cui il candidato “buono” aveva battuto il “mostro” nero e xenofobo, l’FPO di Heinz-Christian Strache. Tutto finito. Dimenticato.
L’SPO, il partito socialdemocratico ha annunciato ufficialmente che è pronto a formare una coalizione di governo con l’FPO di Heinz-Christian Strache (nella foto, con il segretario SPO), qualora i risultati delle elezioni politiche del 15 ottobre la rendessero possibile e opportuna. Cade, così, uno dei più solidi tabù della Seconda repubblica, quello che considerava impossibile qualsiasi forma di collaborazione dell’SPO con la destra nazionalista.
Nonostante gli attacchi e le scomuniche negli anni l’FPO ha continuato a crescere e oggi il sistema politico austriaco (un tempo tipicamente bipolare con l’SPO e li democristiani dell’OVP a dividersi fino al 90% dei voti) è diventato tripolare: i due partiti tradizionali e l’FPO sono quasi alla pari.
È questa sostanzialmente la ragione dell’”apertura” a destra dell’SPO. Quando, dopo il 15 ottobre, si dovrà formare un nuovo governo, che non sia una riedizione della “Grosse Koalition” (socialisti e democristiani) appena fallita, l’unica scelta per i socialdemocratici (così come dei popolari), sarà l’FPO, sotto la leadership di Strache.
Cosa non si fa per difendere una poltrona, una sedia, uno strapuntino….