Nella collana “Biblioteca di Storia e Politica” della casa editrice Pagine, dopo il lavoro di Giuseppe Valditara, Giudici e legge, l’opera del direttore della serie Domenico Fisichella, Totalitarismo. Un regime del nostro tempo, compare il terzo titolo, Costruttori dello Stato, una misurata e mirata raccolta antologica di tre autori, Pietro Silva, di Ettore Rota e di Francesco Cognasso.
Gli studiosi, o meglio più correttamente e più propriamente storici di vaglia, tra i più illustri dello scorso secolo, sono più volte citati con considerazioni di pieno segno positivo nel capolavoro storiografico ancora insuperato di Walter Maturi, Interpretazioni del Risorgimento.
Di Pietro Silva (1887 – 1954) viene raccolta una sintesi di un elaborato, intitolato Figure e momenti di storia d’Italia (Milano, 1939), dedicata a Emanuele Filiberto duca di Savoia. A Carlo Alberto, figura complessa, difficile e controversa, guarda Ettore Rota (1883 – 1958) in un articolo risalente al 1951, mentre del figlio continuatore si occupa nella stessa opera, Questioni di Storia del Risorgimento e dell’Unità d’Italia, Francesco Cognasso scomparso, centenario, nel 1986.
I tre sovrani sono uniti da un legame, non rigido ma solido, perché capace di reggere, adeguandosi ai tempi, attento, partecipe e sensibile ai movimenti e alle esigenze della società.
La dinastia sabauda nelle fasi cruciali del XIX secolo, si è identificata ed ha coinciso con lo Stato, lontano dalle degenerazioni e dalle esasperazioni postbelliche e attuali, in cui esso è praticamente smembrato (le Regioni) ed in cui le istituzioni, senza essere adeguate ai tempi, sono state annullate con misure ridicole e meschine (il Senato).
Fisichella nella felice e centrata prefazione definisce Emanuele Filiberto un “ricostruttore”, Carlo Alberto l’artefice della costituzionalizzazione della monarchia, e Vittorio Emanuele II l’uomo simbolo.
Conclude – ed è impossibile non concordare se si ha senno e senso delle vicende politiche – che “ricordando i costruttori, non solo si fa opera di riequilibrio rispetto alle distorsioni, manipolazioni e mistificazioni inflitte al giudizio storico, ma v’è qualcosa di più. Anche se ormai lontani ci aiutano a tenere in piedi la speranza”.
E di speranza, nella vita e nella società, esiste oggi disperato bisogno.