• Home
  • Cos’è Destra.it
  • La redazione
  • Newsletter
  • Contattaci
martedì 20 Aprile 2021
  • Login
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Newsletter
Destra.it
SOSTIENICI
  • Pòlis
  • Il Punto
  • Società & Tendenze
  • Economia
  • Europae
  • Estera
  • Mondi
  • Libri & Liberi
  • Altre
    • Terra Madre
    • Multimedia
    • Arte&Artisti
    • Televisionando
    • Appunti di viaggio
    • Al Muro del Tempo
    • Rassegna Stampa
  • Pòlis
  • Il Punto
  • Società & Tendenze
  • Economia
  • Europae
  • Estera
  • Mondi
  • Libri & Liberi
  • Altre
    • Terra Madre
    • Multimedia
    • Arte&Artisti
    • Televisionando
    • Appunti di viaggio
    • Al Muro del Tempo
    • Rassegna Stampa
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Destra.it
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Home Multimedia

Rivedere la battaglia d’Algeri per vincere la battaglia di Parigi

di Marco Valle
16 Novembre 2015
in Multimedia, Televisionando
0
Rivedere la battaglia d’Algeri per vincere la battaglia di Parigi

Dopo le stragi di venerdì scorso il rotondo presidente francese François Hollande ha decretato su tutto il territorio nazionale lo stato d’emergenza, praticamente lo stato di guerra. Non accadeva dal 1957, dai tempi della battaglia d’Algeri. Quella battaglia, scatenata dall’offensiva terroristica del Fronte di Liberazione Nazionale, fu vinta allora con i metodi durissimi imposti dalla guerra rivoluzionaria; i paras si sporcarono le mani e, alla fine, annientarono i terroristi placando la rivolta. Un trionfo amaro ed effimero. Negli anni successivi mancò poi la volontà politica, la capacità di “tenere” e ricostruire un tessuto lacerato e nel 1962 l’Algeria intera fu perduta. Nei Sessanta un comunista intelligente come il regista italiano Gillo Pontercorvo dedicò un bel film — equilibrato quanto potente — su quei giorni tremendi. Vi proponiamo un frammento centrale (l’analisi del nemico) e alcune righe per comprendere il contesto. Uno scenario nuovamente e tragicamente attuale. Giorni difficili ci attendono…

«Alla fine del 1956, i capi del FLN in piena crisi militare, decisero di cambiare strategia e aprire un nuovo fronte: il terrorismo urbano. L’epicentro dell’offensiva fu Algeri, il cuore della presenza coloniale. Nell’autunno gli indipendentisti scatenarono una massiccia campagna di attentati (122 soltanto nel mese di dicembre) contro obiettivi civili — negozi, scuole, stazioni, aeroporti, balere, caffè, l’ippodromo —, massacrando centinaia d’innocenti e trasformando l’intera città in un campo di battaglia. Il 7 gennaio 1957 un esasperato Robert Lacoste, ministro per l’Algeria, affidava ad un perplesso Massu le chiavi della capitale con l’ordine di spezzare Paul Aussaresses la spirale terroristica e, ad ogni costo, bloccare lo sciopero generale indetto dal FLN, podromico all’apertura di un dibattito sulla questione algerina alle Nazioni Unite. Il generale convocò i suoi comandanti — l’immancabile Bigeard, Jeanpierre, Fossey François, Chateau Jobert, Mayer e i due “tecnici” della guerra rivoluzionaria, i colonnelli Roger Trinquier e Paul Aussaresses — per decidere e agire. In fretta. Pochi giorni dopo, gli ottomila uomini della Decima divisione occupavano l’intera area urbana. La battaglia d’Algeri, la pagina più cupa e inquietante del capitolo algerino — descritta mirabilmente nelle sue diverse fasi dall’omonimo film di Gillo Pontecorvo —, era iniziata. Fu una battaglia senza onore e senza gloria. All’offensiva del terrorismo i paras risposero — con la piena approvazione del governo socialista di Guy Mollet — applicando i moduli della guerra rivoluzionaria: analisi, informazione, controllo del territorio, azione. Per scongiurare lo sciopero e azzerare l’insurrezione gli uomini di Massu espugnarono la casbah — la roccaforte della ribellione — , obbligarono gli esercenti ad aprire le loro botteghe, imposero agli operai e agli impiegati arabi di recarsi al lavoro; intanto, fermavano i sospetti per interrogarli con spietatezza estrema e poi colpire.
Una violenza “controllata” per bloccare una violenza “totale”. L’orrore della tortura per fermare l’orrore delle bombe. Un vicolo cieco, una strada senza ritorno. Per tutti. Per fermare il micidiale, quotidiano rosario esplosivo inanellato attorno alla città da les porteuses des bombes del FLN, i “lupi” indagarono, agirono e poi, nel tempo, cercarono di dimenticare. Negli anni i protagonisti principali — Massu e Bigeard tra tutti — cercarono di minimizzare, relativizzare gli episodi. Ne incontrai qualcuno, ma nessuno volle affrontare l’argomento. I più cortesi, tutt’al più mi rispondevano con qualche banalità, tipo «era la guerra, ma non era la nostra guerra» e poi glissavano, salutavano o parlavano d’altro. Per pudore, imbarazzo, fastidio. Non so.
Nel 2000, l’ormai ottantaduenne Paul Aussaresses chiuse la questione con un’intervista a Le Monde in cui ammise d’aver ucciso con le sue mani ventiquattro prigionieri, aggiungendo: «Se fosse da rifare, mi seccherebbe, ma rifarei la stessa cosa, perché non credo si possa agire altrimenti». Per poi chiamare in causa i veri responsabili: i ministri dei governi socialisti dell’epoca «perfettamente al corrente delle modalità con cui l’esercito provvedeva a “pacificare” l’Algeria». Un terremoto mediatico che non scalfì l’inverno del generale. Indifferente ad ogni polemica, Aussaresses se ne andò il 3 dicembre 2013. Senza chiedere ambigue redenzioni, senza alcun rimorso».

Marco Valle, da “Confini e Conflitti”, Eclettica editore 2014

Tags: AlgeriaFranciaguerra d'Algeria
Articolo precedente

Milano/ La strana aggressione in via S. Gimignano. Gli interrogativi e i dubbi

Prossimo articolo

Stragi di Parigi/ Gli 007 francesi avevano previsto tutto

Marco Valle

Correlati Articoli

Popoli in rivolta contro il turbocapitalismo
L'Editoriale

Popoli in rivolta contro il turbocapitalismo

di Gennaro Malgieri
10 Aprile 2021
0

La sfiducia genera inquietudine e per tenerla sotto controllo i governi scelgono di solito la strada più breve: l’adozione di...

Leggi tutto
Macron chiude l’ENA. I mediocri ringraziano

Macron chiude l’ENA. I mediocri ringraziano

9 Aprile 2021
A Londra zero morti. Con l’happy monday, la fine dell’incubo

A Londra zero morti. Con l’happy monday, la fine dell’incubo

30 Marzo 2021
La svolta verde di Marine Le Pen

La svolta verde di Marine Le Pen

26 Marzo 2021
Carica altro
Prossimo articolo
Stragi di Parigi/ Gli 007 francesi avevano previsto tutto

Stragi di Parigi/ Gli 007 francesi avevano previsto tutto

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ultimi articoli

La SuperLega dei giganti (egoisti) e l’irriducibile Dea Atalanta

La SuperLega dei giganti (egoisti) e l’irriducibile Dea Atalanta

19 Aprile 2021
Libertà a rate? No grazie,  vogliamo tornare a lavorare, a muoverci, a vivere

Libertà a rate? No grazie, vogliamo tornare a lavorare, a muoverci, a vivere

19 Aprile 2021
Afghanistan, perchè ritirarsi è un errore

Afghanistan, perchè ritirarsi è un errore

19 Aprile 2021
Zan zan , le belle rane. A proposito di una legge assolutamente inutile

Zan zan , le belle rane. A proposito di una legge assolutamente inutile

18 Aprile 2021

Tag

Africa Berlusconi centrodestra Chiesa cattolica Cina comunismo coronavirus Donald Trump economia elezioni Europa fascismo forze armate Francia Fratelli d'Italia geopolitica Germania Giorgia Meloni Gran Bretagna guerre immigrazione clandestina ISIS Islam lavoro Libia Mare Marine Le Pen Matteo Renzi Matteo Salvini Mediterraneo Milano Partito Democratico petrolio Roma Russia Sicilia Siria sovranità nazionale storia terrorismo trasporti Turchia Unione Europea USA Vladimir Putin
Facebook Twitter

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Destra.it per restare continuamente aggiornato.
Ti segnaleremo novità, eventi ed accadimenti più interessanti!

Menu

  • Home
  • Cos’è Destra.it
  • La redazione
  • Newsletter
  • Contattaci

Destra.it

Un giornale telematico che raccoglie le idee, i contenuti, i confronti della comunità umana e intellettuale della destra europea, moderna, nazionale e sociale. Rappresenta l’accesso alla rete e la piattaforma di dibattito di chiunque, provenendo o aderendo a un lungo percorso storico, si riconosca in quei valori culturali e ideali su cui si è sedimentato nei secoli il pensiero di destra.

© 2021 - Destra.it periodico online indipendente; Registrazione Tribunale di Milano n. 30 del 9/2/2021; Sede: Viale Papiniano, 38 Milano.

Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Home
  • Chi siamo
  • La Redazione di Destra.it
  • Newsletter
  • Contattaci
  • Categorie
    • Pòlis
    • Il punto
    • Europae
    • Mondi
    • Estera
    • Guerre e pace
    • Economia
    • Levante
    • Libri&LIBERI
    • Arte&Artisti
    • Multimedia
    • Facite Ammuina
    • Al Muro del Tempo
    • Appunti di viaggio
    • Rassegna Stampa

© 2021 - Destra.it periodico online indipendente; Registrazione Tribunale di Milano n. 30 del 9/2/2021; Sede: Viale Papiniano, 38 Milano.

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In