Se il TG Uno ha delirato di “teste rasate e svastiche” (meritandosi così una bella querela…), Roma ieri ha visto invece una bella manifestazione, con migliaia di persone entusiaste e allegre. Casa Pound ha vinto la sua partita, dimostrando senso politico, organizzazione e ironia. Alle proteste dell’ANPI (in mancanza di partigiani viventi è ormai il travestimento di Rifondazione), le “tartarughe” hanno risposto in coro “antifascisti dove siete?”. Da qualche parte gli “antifa” c’erano, non molti e tanto tristi, ma erano impegnati a sfasciare una monovolume carica di attoniti turisti tedeschi e a massacrare di botte due ragazzi di FdI. Solite scene, solita vigliaccheria.

“Nessuno può pensare di impedirci con la violenza di fare manifestazioni”, ha risposto dal palco il candidato sindaco di CasaPound, Simone Di Stefano. “Qui c’è una piazza di uomini liberi, con i sorrisi e le bandiere che liberamente manifestano le proprie opinioni – ha, poi, tuonato – dall’altra c’è una piazza in cui c’è chi applaude a chi assalta un banchetto e manda in ospedale un disabile”.
Il corteo, dopo aver attraversato la capitale e sfilato sotto il Colosseo, si è concluso a Colle Oppio. Con una festa e un concerto. “Ai nostri nemici dico ‘ritiratevi, avete già perso’, CasaPound sarà protagonista in futuro della vita politica nazionale – ha concluso Di Stefano – dopo il grande risultato di Bolzano e dopo che a Roma faremo un grandissimo risultato, saremo in grado di superare lo sbarramento e infilare i nostri combattenti, quei ‘pazzi’ come ci chiamano, nel Parlamento e nelle istituzioni, per far vedere la differenza di caratura umana tra noi e i soliti politici. Noi siamo sì i ragazzi di CasaPound, ma siamo pronti ad amministrare le nostre città e a governare il Paese”. Buon lavoro “tartarughe”.