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Rousseff non va a Washington. Tensione tra Usa e Brasile

di Redazione
11 Gennaio 2014
in Rassegna Stampa
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Rousseff non va a Washington. Tensione tra Usa e Brasile
       


Le grane per Barack Obama non finiscono mai: proprio quando fra Washington e Mosca si cominciano a cogliere segnali di disgelo, si apre una “Guerra Fredda” fra Brasile e Stati Uniti: il presidente, Dilma Rousseff ha cancellato ieri la visita di Stato prevista per il 23 ottobre a Washington. I comunicati congiunti parlano di decisione comune, ma la scelta è unilaterale.La Rousseff è inviperita per aver scoperto che le operazioni di spionaggio della Nsa erano arrivate a intercettare telefonate fra lei e il suo staff, comunicazioni relative a certe gare petrolifere e il telefono dell’amministratore del colosso Petrobras.

Al di là del comunicato di ieri, che la scelta sia unilaterale ve lo posso confermare da certe conversazioni che avevo avuto al G20 di San Pietroburgo. Già allora in ambienti americani vicini alla Casa Bianca circolava l’indiscrezione sui malumori del presidente brasiliano e sulla decisione di cancellare il viaggio. Ma un altissimo funzionario mi disse: «Non ci risulta, sì malumori… hanno parlato, ma nessuna cancellazione del viaggio”.

La cosa è imbarazzante per Obama su più livelli e sicuramente dimostra una geopolitica in trasformazione. Una visita di stato alla Casa Bianca con tanto di cena d’onore, non è cosa da poco. La Casa Bianca aveva dato molta pubblicità all’evento come simbolo di amicizia fra i due continenti da sempre divisi da un gap culturale oltre che economico.

Il Brasile in particolare ha da sempre ostacolato i tentativi americani di formare un’unione commerciale del continente e rivendica una leadership autonoma, soprattutto ora che lo sviluppo economico esplode e che si sono scoperti importanti giacimenti petroliferi al largo delle coste brasiliane.

«Lo organizzeremo fra pochi mesi, quando le cose si saranno chiarite, quando il programma di revisione delle procedure Nsa sarà finito», si dice nel comunicato congiunto. Ma le indiscrezioni dicono che ci vorrà un bel pezzo. Sappiamo che dal Brasile partirà una commissione parlamentare per interrogare Edward Snowden a Mosca. Sappiamo che è stata costituita una commissione speciale per indagare se le compagnie petrolifere americane non siano state avvantaggiate nei concorsi per lo sfruttamento dei giacimenti.

E sappiamo che a Brasilia si sta considerando seriamente di cancellare un ordine da 4 miliardi di dollari alla Boeing per la consegna di 36 caccia F18. E funzionari brasiliani hanno detto di non «poter acquistare armi strategiche di questa importanza da un paese di cui non ci si fida…».

In Brasile la questione è esplosa da tempo sui media. Lo stesso ex presidente Lula aveva incoraggiato la Roussef a cancellare la visita. Ricordo che quando Obama visitò Brasilia già allora si percepiva la tentazione della presidente a salire in cattedra: in conferenza stampa criticò Obama e l’America per i grandi disavanzi pubblici. Ora lo schiaffo finale: dell’America non ci si può fidare.

Troppo? Forse troppo. Come ci ha detto un funzionario della Casa Bianca, «… le spie fanno il loro mestiere, in tutto il mondo… i rapporti fra le nazioni sono un’altra cosa».

 

Mario Platero, Sole 24 Ore, 18 settembre 2013

Tags: Barack ObamaboeingBrasileDilma RoussefEdward SnowdengeopoliticaNSARussiaspionaggioUSA
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