Almeno tre ondate di attacchi missilistici, iniziati nella serata di ieri ed ancora in corso nella mattinata, hanno colpito Kiev, Leopoli e le principali città ucraine. Si è concretizzata così, con la ripresa degli attacchi aerei sulla capitale e su Leopoli, la prima risposta russa al danneggiamento del ponte sullo stretto di Kerch messo a segno dagli ucraini due giorni fa. Nel mirino dei missili russi ci sono principalmente centrali elettriche e di distribuzione – in diverse città colpite, in primis a Leopoli, si segnalano black out – ed altre infrastrutture strategiche ad iniziare dalla rete ferroviaria. Nella capitale ucraina tra gli obiettivi colpiti vi sarebbero anche uffici e centri decisionali politico-militari: un missile sarebbe caduto nei pressi della sede del’SBU (il servizio di sicurezza ucraino), poco distante dagli uffici del presidente Zelensky.
Più volte le autorità russe avevano minacciato pesanti conseguenze nel caso gli ucraini avessero superato alcune “linee rosse” – principalmente attacchi sul territorio metropolitano russo -, evidentemente l’attacco al ponte di Kerch ha reso inevitabile una risposta in grande stile. Ulteriori novità potrebbero nel corso della giornata, al termine della riunione del Consiglio di Sicurezza presieduto dal presidente Putin. Secondo alcuni osservatori russi potrebbe essere posto al governo ucraino un ultimatum da accettare entro 48 ore.
Sul campo di battaglia, intanto, non si registrano sostanziali cambiamenti, con i russi intenti a stabilizzare la linea del fronte a Kherson e Kharkiv e impegnati in combattimenti alla periferia di Bahkmut.