• Home
  • Cos’è Destra.it
  • La redazione
  • Newsletter
  • Contattaci
lunedì 27 Giugno 2022
  • Login
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Newsletter
Destra.it
SOSTIENICI
  • Pòlis
  • Il Punto
  • Società & Tendenze
  • Economia
  • Europae
  • Estera
  • Mondi
  • Libri & Liberi
  • Altre
    • Terra Madre
    • Multimedia
    • Arte&Artisti
    • Televisionando
    • Appunti di viaggio
    • Al Muro del Tempo
    • Rassegna Stampa
  • Pòlis
  • Il Punto
  • Società & Tendenze
  • Economia
  • Europae
  • Estera
  • Mondi
  • Libri & Liberi
  • Altre
    • Terra Madre
    • Multimedia
    • Arte&Artisti
    • Televisionando
    • Appunti di viaggio
    • Al Muro del Tempo
    • Rassegna Stampa
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Destra.it
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Home L'Editoriale

Scappare dal lavoro. Disoccupati per scelta

di Mario Bozzi Sentieri
21 Febbraio 2022
in L'Editoriale
0
Scappare dal lavoro. Disoccupati per scelta
       

Abituati a fare i conti con le percentuali della disoccupazione e con le trasformazioni aziendali, strette tra globalizzazione e nuove tecnologie, non possono non inquietarci gli scenari della “Grande Dimissione” (Great Dismission), ultima frontiera sociale “made in Usa”, ormai arrivata anche in Europa. Di che si tratta? In sintesi: con riferimento al novembre 2021 in America ben 4 milioni e mezzo di persone hanno deciso di lasciare il lavoro o di non tornarci dopo che le imprese le avevano richiamate in ufficio. Dall’inizio del 2021 – ci dicono le statistiche – quasi ogni mese viene battuto un nuovo record di dipendenti dimissionari. Prima del Covid erano poco più di 3,5 milioni al mese, a metà dell’anno hanno raggiunto quota 4 milioni, ora siamo oltre i 4 milioni e mezzo.

L’Europa, a pochi mesi di distanza, ha cominciato a seguire lo stesso trend. Il vacancy rate, ovvero il tasso di posti vacanti, è, infatti, ai massimi anche nell’Unione Europea, secondo gli ultimi dati di Eurostat. Nel terzo trimestre del 2021 le posizioni rimaste scoperte sono salite al 2,4%, appena sopra il massimo del 2,3% toccato nel primo del 2019, con picchi nei Paesi che storicamente hanno tassi di disoccupazione più bassi, come Repubblica Ceca (5,1%), Belgio (4,7%), Paesi Bassi (4,2%), Austria (3,8%), Germania (3,3%). Ad abbassare la media sono Spagna e Grecia, sotto l’1%, e l’Italia, che con il suo 1,8% raggiunge anch’essa un piccolo record.

Quali le cause? Il Covid19 ci ha messo certamente lo zampino. L’esperienza della pandemia ha convinto molti a riconsiderare le proprie aspettative: c’è la rivalutazione del tempo libero e della famiglia, ma c’è anche il rifiuto di condizioni lavorative troppo pesanti in termini di ore e di organizzazione del lavoro. E poi, particolarmente negli Stati Uniti, c’è una mobilità lavorativa maggiore, specie da parte delle giovani generazioni, determinata anche da una forte domanda delle aziende in diversi settori “emergenti”. 

Un’inchiesta di Ypulse sottolinea che nell’Europa Occidentale ben il 20% dei Millennials ha lasciato il proprio posto di lavoro nell’ultimo anno. E come in Usa anche nel Vecchio Continente tra le cause vi sono sia la ricerca di migliori opportunità e paghe più alte, sia una maggiore attenzione alla tutela della propria salute mentale e ad una diversa gestione dei tempi lavorativi.

Dietro queste “ragioni” la realtà appare però ben più inquietante, viste anche le avvisaglie che provengono da oltreoceano. Secondo Nicholas Eberstadt, economista dell’American Enterprise Institute  e autore del libro Men Without Work,  un vero e proprio esercito di dieci milioni di uomini abili si è “dimesso dal lavoro”. Alcune delle ragioni legate a questa “fuga” pare siano   le “epidemie di oppioidi”, la cultura dei videogiochi e la crescente incapacità dei maschi adulti di fungere da “capofamiglia”. Invece di lavorare, molti uomini stanno semplicemente a casa senza fare niente. Un   rapporto del governo statunitense rileva che i “dimissionati” passano davanti ad un video fino a duemila ore all’anno, quasi come un lavoro a tempo pieno. Film in streaming, videogiochi e social media riempiono le loro giornate. Con il risultato – scrive Eberstadt – che crisi “morale e sociale” vanno di pari passo.

Di fronte a questi “scenari” la questione si complica. E non tocca solo il mutare del “mercato del lavoro”, gli orientamenti dei lavoratori, le domande delle giovani generazioni, una diversa gestione dei tempi lavorativi. C’è naturalmente anche questo, ma – a ben guardare nel profondo del tessuto sociale ed economiche delle società contemporanee – ad emergere è una sorta di “precarizzazione” socio-culturale che tutto sembra relativizzare: i rapporti personali, la famiglia, la politica ed ora anche il lavoro, “ultima spiaggia” di un’appartenenza sociale, che andava  ben oltre le ragioni economiche ed il mero sostentamento, diventando il centro di una visione del mondo e della vita, capace di estendere all’universo e proiettare nel cosmo l’attività delle officine.

Il lavoro – scriveva Ernst Jünger (L’Operaio, 1932) – non è un mezzo per acquisire vantaggi economici, ma l’espressione della vita: “Il lavoro non è, puramente e semplicemente, attività, ma l’espressione di un’essenza particolare che cerca di riempire il suo spazio, il suo tempo e di adempiere alle sue leggi”.

Dalla prima rivoluzione industriale, nella quale il lavoro veniva considerato come una merce, e, come merce, il suo prezzo veniva stabilito dal classico rapporto della domanda e dell’offerta, l’idea del lavoro non a caso è diventato, durante il XX Secolo, un diritto fondamentale ed insieme uno strumento d’integrazione sociale e di partecipazione.

Pensare, oggi, sull’onda della “Grande Dimissione”, di vedere travolta l’idea stessa di lavoro nel nome di un neo individualismo di massa, che si fa precarizzazione diffusa (e non solo a livello produttivo) significa perdere un fattore essenziale e fondante della nostra “ragion d’essere”. Da qui bisogna partire per una profonda opera di “ricostruzione”, insieme morale e sociale.

Ognuno deve fare la propria parte: la politica (attivando i necessari processi formativi e le doverose misure compensative); le aziende (impegnandosi a “fidelizzare” i lavoratori, attraverso adeguamenti salariali, politiche premianti ed organici processi partecipativi); il sindacato (per allargare le tutele, a cominciare dalle nuove figure professionali, ma senza dimenticarsi di quelle “tradizionali”); la cultura (per ricostruire l’identità sociale, attraverso i processi di intermediazione sociale e la costruzione di nuovi, più forti modelli identificativi). Il rischio – d’altro canto – è di “dimettersi” più che dal lavoro dalla vita, con tutto quello che ne consegue.

Tags: coronavirusdisoccupazionelavoro
Articolo precedente

Francesco Perfetti/ Vietato ricordare Volpe, lo storico della Nazione

Prossimo articolo

Crisi ucraina/ Ritrovato il verbale segreto che smentisce la vulgata americana

Mario Bozzi Sentieri

Correlati Articoli

Questione balneari: l’imbroglio sotto l’ombrellone
L'Editoriale

Questione balneari: l’imbroglio sotto l’ombrellone

di Maurizio Bianconi
2 Giugno 2022
0

La questione ‘balneari’ lontano dall’essere marginale è l’emblema delle mistificazioni della postdemocrazia finanziaria, delle insufficienze della politica, degli egoismi di un’Italia...

Leggi tutto
È tempo di cogestione e partecipazione. La svolta della Cisl

È tempo di cogestione e partecipazione. La svolta della Cisl

30 Maggio 2022
A proposito di vaccini in Africa (e fanfaluche in Italia)

A proposito di vaccini in Africa (e fanfaluche in Italia)

28 Maggio 2022
Mascherine per (quasi) tutti. Quanto è profondo l’abisso…

Mascherine per (quasi) tutti. Quanto è profondo l’abisso…

23 Maggio 2022
Carica altro
Prossimo articolo
Crisi ucraina/ Ritrovato il verbale segreto che smentisce la vulgata americana

Crisi ucraina/ Ritrovato il verbale segreto che smentisce la vulgata americana

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ultimi articoli

Gian Micalessin/ Donbass: verità nascoste e retroscena. Il reportage

Gian Micalessin/ Donbass: verità nascoste e retroscena. Il reportage

26 Giugno 2022
C’eravamo tanto amati. Gigino lascia Giuseppi. Il parlamento sempre più “coriandolizzato”

C’eravamo tanto amati. Gigino lascia Giuseppi. Il parlamento sempre più “coriandolizzato”

25 Giugno 2022
La solitudine dell’Europa e la sfida al dollaro dei BRICS

La solitudine dell’Europa e la sfida al dollaro dei BRICS

25 Giugno 2022
Pupari e marionette/ Chi c’è dietro la simil scissione di Gigino

Pupari e marionette/ Chi c’è dietro la simil scissione di Gigino

24 Giugno 2022

Tag

Africa Berlusconi centrodestra Chiesa cattolica Cina cinema comunismo coronavirus Donald Trump economia elezioni Europa fascismo forze armate Francia Fratelli d'Italia geopolitica Germania Giorgia Meloni Gran Bretagna guerre immigrazione clandestina ISIS Islam lavoro Libia Mare Marine Le Pen Matteo Renzi Matteo Salvini Mediterraneo Milano Partito Democratico petrolio Roma Russia Siria sovranità nazionale storia terrorismo trasporti Turchia Unione Europea USA Vladimir Putin
Facebook Twitter

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Destra.it per restare continuamente aggiornato.
Ti segnaleremo novità, eventi ed accadimenti più interessanti!

Menu

  • Home
  • Cos’è Destra.it
  • La redazione
  • Newsletter
  • Contattaci

Destra.it

Un giornale telematico che raccoglie le idee, i contenuti, i confronti della comunità umana e intellettuale della destra europea, moderna, nazionale e sociale. Rappresenta l’accesso alla rete e la piattaforma di dibattito di chiunque, provenendo o aderendo a un lungo percorso storico, si riconosca in quei valori culturali e ideali su cui si è sedimentato nei secoli il pensiero di destra.

© 2021 - Destra.it periodico online indipendente; Registrazione Tribunale di Milano n. 30 del 9/2/2021; Sede: Viale Papiniano, 38 Milano.

Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Home
  • Chi siamo
  • La Redazione di Destra.it
  • Newsletter
  • Contattaci
  • Categorie
    • Pòlis
    • Il punto
    • Europae
    • Mondi
    • Estera
    • Guerre e pace
    • Economia
    • Levante
    • Libri&LIBERI
    • Arte&Artisti
    • Multimedia
    • Facite Ammuina
    • Al Muro del Tempo
    • Appunti di viaggio
    • Rassegna Stampa

© 2021 - Destra.it periodico online indipendente; Registrazione Tribunale di Milano n. 30 del 9/2/2021; Sede: Viale Papiniano, 38 Milano.

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In