L’ingresso di Svezia e Finlandia nell’Alleanza Atlantica sarebbe “un errore” secondo il presidente turco Erdogan. Valutazione che è molto più che un semplice giudizio politico, considerato che per l’ingresso di nuovi Paesi in seno alla Nato è necessaria l’unanimità degli Stati membri. Il non gradimento turco, dunque, se dovesse permanere potrebbe rappresentare un ostacolo insormontabile per i due Paesi scandinavi.
In Finlandia presidente e premier si sono già espressi favorevolmente ad una richiesta di adesione all’Alleanza Atlantica, in attesa di una pronuncia parlamentare che dovrebbe arrivare all’inizio della prossima settimana. Nessuna presa di posizione ufficiale a Stoccolma, anche se il governo svedese potrebbe esprimersi in questo senso lunedì prossimo, giorno in cui è convocata una riunione straordinaria dell’esecutivo.
Ad inceppare l’ingranaggio potrebbe essere, come detto, Ankara. “Non voglio che si ripeta lo stesso errore commesso con l’adesione della Grecia” ha detto il presidente turco, secondo cui Svezia e Finlandia ospiterebbero “terroristi del Pkk”. Una motivazione che appare a dir poco aleatoria, c’è quindi da capire se all’origine della presa di posizione di Ankara vi sia una generica ostilità all’allargamento della Nato o, piuttosto, ci si trovi di fronte al tentativo di Erdogan di ottenere qualcosa da Washington in cambio del via libera per Helsinki e Stoccolma.
Intanto da Mosca arriva la smentita alla notizia di possibili tagli nella fornitura di gas alla Finlandia quale ritorsione per l’adesione alla Nato. Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha invece confermato che il presidente russo Vladimir Putin e i membri del Consiglio di sicurezza russo hanno discusso oggi delle potenziali minacce poste dalla decisione di Finlandia e Svezia di entrare nella Nato.
Molto probabilmente il sultano cerca di ottenere qualcosa in cambio da Washington. Lo scopriremo presto.