Anche nell’articolo di commento alla consultazione di domenica scorsa in due regioni di confine, Salvatore Tramontano ancora il futuro dell’Italia, non schierata con la sinistra, al successo dell’ultimo parto dello staff berlusconiano, il partito repubblicano. Si dovrebbe accorgere, invece, che il quadro è ben più complesso, tale cioè da respingere ogni ipotesi di rilancio o meglio ancora di riesumazione, sotto mentite spoglie, di linee politiche provate e fallite e di uomini bocciati e deludenti.
Il metro meno discutibile è quello dell’astensionismo, giunto a livelli altissimi, eloquenti dello stanchezza, del fastidio, della noia. Tanto per citare i dati del Trentino e dell’Alto Adige (io certo non lo chiamo, come Salvini, Tirolo), nella prima provincia gli astenuti sono cresciuti del 6,1% e nella seconda addirittura del 7,7%.
L’editorialista de “Il Giornale” pone sul piano ipotetico una situazione, che altri invece collocano sul terreno reale: non “ è come se il premier – invece di stimolare l’ottimismo degli italiani – li stesse narcotizzando”.
La voce del renzismo, persegue non in via suppositiva, ma sin dal suo avvento pilotato, direi come codice genetico, con la furbata dell’elemosina degli 80 euro, la costruzione di un consenso pilotato, truccato e a questa strategia ha recato abbondante “legna da ardere” ha recato per molti mesi Berlusconi.
Vittorio Feltri dedica la sua attenzione alla “riforma brodino. Solo Gentile salverà la scuola”, lamentando che “le riforme della scuola non si contano più. In mezzo secolo saranno state sette o otto e tutte hanno ottenuto risultati opposti a quelli sperati”.
Dopo una inutile quanto immeritata demonizzazione del corpo docente, ritenuto come “un ricettacolo di persone non sempre di alto profilo”, non si affatica certamente a risalire alle responsabilità per una scuola detenuta per decenni dalla DC, partito affetto, a dispetto dei cerebralismi di Moro e delle “sciarade” curiali di Andreotti, da inguaribile nanismo culturale e dominato, in realtà, come nel campo della magistratura, dal moloch marxista.
Purtroppo la terapia dettata è solo nostalgica e non realistica: la riesumazione del “sistema ideato da Giovanni Gentile, che era perfetto e alla base ha resistito a colpi di ascia infertigli da parecchi governi democratici e pasticcioni, inconsapevoli del vero morbo di cui soffre l’educazione patria”. A Feltri, non avendolo fatto lui, è indispensabile rammentare che il più presuntuoso ed il più velleitario “colpo d’ascia” fu recato, con l’ottusa e deleteria adesione della destra, nel 2009 dalla proposta della Gelmini, strombazzata come “il primo vero tentativo di cambiare una scuola, partorita dalla riforma Gentile del 1923”.
Ricordo esattamente le parole di Feltri ” le menti più fini non sono attratte dalla scuola ” tradotto in italiano vuol dire che i docenti sono una massa di deficienti, “i docenti non hanno prestigio sociale ” cioè il lavoro dei prof non serve a niente , “lo stipendio è quello che è” cioè i docenti sono dei morti di fame e da tali vanno trattati. Io mi chiedo come può il direttore di un giornale ragionare in maniera molto più ottusa e ignorante del giornalaio che vende i suoi giornali e che dice al proprio figlio ” senza studiare non vai da nessuna parte perciò ascolta sempre quello che ti dicono i professori, loro sanno.”