“Signori miei” direbbe il premier in pectore, lo volete capire che l’Italia non esiste più? Abbiamo un simpatico imbroglioncello aiutato da amici facoltosi e influenti che per il semplice fatto di avere vinto le primarie di partito crede di potere spendere il risultato su tutti i tavoli, compreso il governo. Un presidente della Repubblica, sul quale non mi dilungo per evitare di incorrere nel reato di oltraggio alla sua funzione. In Sicilia abbiamo un altro imbroglione, per giunta meno simpatico di Renzi, che ha truffato tutti con la “sua rivoluzione”, ha vinto, eletto da una minoranza di siciliani e sta facendo rimpiangere pure il governo degli emiri fatimiti. Tutti e tre i personaggi hanno in comune l’appartenenza al Pd e il legame a poteri forti e interessi particolari, in molti casi stranieri.
Ma quello che mi mortifica è il fatto che le manovre di codesti personaggi sarebbero vane se esistesse un centrodestra che anziché stare a guardare e attendere di sapere se può lucrare uno spazio qua o la, invece di perdersi in tatticismi e sofismi per gestire l’esistente, mostrasse una visione strategica e alternativa al Pd dei poteri forti, un centrodestra sintonizzato e attento al grido di aiuto che arriva dalla stragrande maggioranza degli italiani che non vogliono assistere al loro personale declino e a quello del loro Paese.
Il tempo è ora, chi ha ancora una spina dorsale la raddrizzi.
A Palermo una vittoria dello Stato. Sobria e professionale
Se non lo avessero catturato avremmo detto che è incomprensibile una latitanza ultratrentennale e che chissà di quali coperture godeva...
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