• Home
  • Cos’è Destra.it
  • La redazione
  • Newsletter
  • Contattaci
lunedì 27 Giugno 2022
  • Login
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Newsletter
Destra.it
SOSTIENICI
  • Pòlis
  • Il Punto
  • Società & Tendenze
  • Economia
  • Europae
  • Estera
  • Mondi
  • Libri & Liberi
  • Altre
    • Terra Madre
    • Multimedia
    • Arte&Artisti
    • Televisionando
    • Appunti di viaggio
    • Al Muro del Tempo
    • Rassegna Stampa
  • Pòlis
  • Il Punto
  • Società & Tendenze
  • Economia
  • Europae
  • Estera
  • Mondi
  • Libri & Liberi
  • Altre
    • Terra Madre
    • Multimedia
    • Arte&Artisti
    • Televisionando
    • Appunti di viaggio
    • Al Muro del Tempo
    • Rassegna Stampa
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Destra.it
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Home Il punto

Settant’anni fa il MSI. Un’anniversario agrodolce

di Marco Valle
27 Dicembre 2016
in Il punto
2
Settant’anni fa il MSI. Un’anniversario agrodolce
       

Il 26 dicembre 1946 nasceva il Movimento Sociale Italiano. Settant’anni fa. Una data tonda e pesante, un’anniversario agrodolce per un’esperienza unica e contradditoria conclusasi a Fiuggi nel 1995. In quasi mezzo secolo di vita, la fiamma rappresentò molte cose, forse troppe. Fu, innanzitutto, il coagulo degli sconfitti non domi — gli “esuli in patria”, riprendendo Marco Tarchi — e il riferimento simbolico per milioni d’italiani onesti. Al tempo stesso, grazie soprattutto alle sue organizzazioni giovanili — una galassia dinamica e generosa —, il MSI ebbe da subito una dimensione militante importante sul territorio. Ovunque, anche nei paesini sperduti del Meridione o nelle “zone rosse” più ostili, vi era una sede, una rappresentanza, un nucleo. Un patrimonio di fede e speranze ma anche di pensieri ed elaborazioni, di idee, di progetti.

Purtroppo non sempre i gruppi dirigenti seppero essere all’altezza delle aspettative e degni del carico di fiducia offerto, in assoluta buona fede, da un segmento non trascurabile e per nulla indegno del popolo italiano. Nel tempo, la nomenklatura di partito si atrofizzò sempre più in una bolla autoreferenziale e conservativa, alternando nostalgismi inutili a entrismi velleitari. Da qui le tante delusioni e le continue diaspore d’intelligenze — da Primo Siena ed Enzo Erra agli intellettuali della Nuova Destra — che afflissero il partito e il suo mondo giovanile. Per anni e anni, le polemiche sui “treni perduti”, “le occasioni mancate” divennero una sorta di mantra amaro e si intrecciarono ad un correntismo esasperato e deleterio.

Nei Settanta fu l’odio degli avversari, la loro volontà di spazzarci via, di cancellarci politicamente, persino di annientarci fisicamente (“uccidere un fascista non è reato”…) a saldare un mondo umano litigioso e spesso poco omogeneo. Il lungo assedio, il sangue dei caduti, il sacrificio di tanti attivisti (gente normale, normalissima ma rocciosa e determinata) diedero forza ed orgoglio ad un intera comunità.

La lunga traversata attraverso gli anni piombo significò per molti il superamento di vecchie logiche e di linguaggi desueti. Ancora una volta il mondo giovanile ritrovò un ruolo d’avanguardia e, negli Ottanta, sembrò possibile costruire finalmente un partito differente e competitivo. Ma le antiche malattie del neo o postfascismo — il frazionismo, il leaderismo, la “fiera delle occasioni” al posto di strategie complesse — impedirono ogni evoluzione positiva e ci perdemmo colpevolmente in dibattiti lunari e scontri tra opposte tifoserie. Agli inizi dei Novanta la fiamma era ridotta ad un lumicino. Poi arrivò Tangentopoli, Berlusconi, Fiuggi. Un’altra storia.

Conclusioni? Un sentimento di tenerezza — il MSI fu la nostra gioventù e la nostra casa — e un po’ di tristezza per ciò che poteva essere e non fu. Ma nessuna nostalgia per un tempo ormai terminato.

Bisogna guardare avanti, anche in questo deserto minimalista in cui la destra italiana si è insabbiata. Bisogna continuare a riflettere e sperimentare, senza trimpellare in visioni museali e autocelebrazioni. Oggi più che mai, non servono prefiche o becchini, ma pensieri lunghi e forti. Perchè, come ricordava Pino Rauti, “senza grandi idee non vi può essere grande politica”.

Tags: Marco TarchiMSIneofascismoPino Rauti
Articolo precedente

Caso Lotti/ Una tempesta di guai per il bugiardissimo

Prossimo articolo

Affinità elettive. Renzi-Macrì, due incapaci al servizio degli speculatori

Marco Valle

Correlati Articoli

Marco Tarchi/ Come Biden ha salvato l’Europa e altre mirabilie…
Rassegna Stampa

Marco Tarchi/ Come Biden ha salvato l’Europa e altre mirabilie…

di Redazione
20 Maggio 2022
1

Proponiamo ai nostri lettori l'editoriale di Marco Tarchi del numero 366 di “Diorama Letterario” già in uscita. Un'analisi densa e...

Leggi tutto
P. Buttafuoco/ Addio ad Assunta Almirante

P. Buttafuoco/ Addio ad Assunta Almirante

27 Aprile 2022
Lo strambo 25 aprile dei destristi smarriti

Lo strambo 25 aprile dei destristi smarriti

27 Aprile 2022
Storie nostre/ Arrendetevi, siete circondati… Il pesce d’aprile del FdG

Storie nostre/ Arrendetevi, siete circondati… Il pesce d’aprile del FdG

2 Aprile 2022
Carica altro
Prossimo articolo
Affinità elettive. Renzi-Macrì, due incapaci al servizio degli speculatori

Affinità elettive. Renzi-Macrì, due incapaci al servizio degli speculatori

Commenti 2

  1. Primo Siena says:
    5 anni fa

    Analisi sintetica scritta con il cuore, ma guidata da pensiero critico: una critica positiva. Da un’esperienza come quella del Msi si può partire se si sa guardare a quell’eperienza come fa Marco Valle, che fu emblematico protagonista d’una stagione difficile vissuta con vigore creativo dal Fronte della Gioventù negli algidi anni Ottanta. Perché il Msi fu, nonostante tutto “una forza di libertà”, in una Italia drogata dal conformismo settario e corrosa dal mercimonio político, come riconobbe nel 2009 Gianni Baget Bozzo. E`da quella esperienza dalla quale si può ancora procedere in avanti senza torcicolli, con nuove ide, fantasia política, coraggio d’avvenire: doti che furono praticate generosamente dalle giovani generazioni che s’avvicendarono nella storia del Msi.

    Rispondi
  2. Maurizio says:
    5 anni fa

    Bellissimo il finale. Ma viene spontanea la domanda:che fare?
    Una possibile risposta: recuperiamo le radici, rinsaldiamo i legami, liberiamo i dalle scorie umane ed ideali, rifondare una comunità su nuove basi ma con saldi riferimenti.
    Alcuni presupposti sono sempre validi anche e soprattutto in tempo di crisi delle ideologie:onestà, partecipazione, rappresentanza dei corpi intermedi, eticità, famiglia, democrazia sui luoghi di lavoro e salario vincolato agli utili dell’impresa, ecc.

    Rispondi

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ultimi articoli

Gian Micalessin/ Donbass: verità nascoste e retroscena. Il reportage

Gian Micalessin/ Donbass: verità nascoste e retroscena. Il reportage

26 Giugno 2022
C’eravamo tanto amati. Gigino lascia Giuseppi. Il parlamento sempre più “coriandolizzato”

C’eravamo tanto amati. Gigino lascia Giuseppi. Il parlamento sempre più “coriandolizzato”

25 Giugno 2022
La solitudine dell’Europa e la sfida al dollaro dei BRICS

La solitudine dell’Europa e la sfida al dollaro dei BRICS

25 Giugno 2022
Pupari e marionette/ Chi c’è dietro la simil scissione di Gigino

Pupari e marionette/ Chi c’è dietro la simil scissione di Gigino

24 Giugno 2022

Tag

Africa Berlusconi centrodestra Chiesa cattolica Cina cinema comunismo coronavirus Donald Trump economia elezioni Europa fascismo forze armate Francia Fratelli d'Italia geopolitica Germania Giorgia Meloni Gran Bretagna guerre immigrazione clandestina ISIS Islam lavoro Libia Mare Marine Le Pen Matteo Renzi Matteo Salvini Mediterraneo Milano Partito Democratico petrolio Roma Russia Siria sovranità nazionale storia terrorismo trasporti Turchia Unione Europea USA Vladimir Putin
Facebook Twitter

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Destra.it per restare continuamente aggiornato.
Ti segnaleremo novità, eventi ed accadimenti più interessanti!

Menu

  • Home
  • Cos’è Destra.it
  • La redazione
  • Newsletter
  • Contattaci

Destra.it

Un giornale telematico che raccoglie le idee, i contenuti, i confronti della comunità umana e intellettuale della destra europea, moderna, nazionale e sociale. Rappresenta l’accesso alla rete e la piattaforma di dibattito di chiunque, provenendo o aderendo a un lungo percorso storico, si riconosca in quei valori culturali e ideali su cui si è sedimentato nei secoli il pensiero di destra.

© 2021 - Destra.it periodico online indipendente; Registrazione Tribunale di Milano n. 30 del 9/2/2021; Sede: Viale Papiniano, 38 Milano.

Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Home
  • Chi siamo
  • La Redazione di Destra.it
  • Newsletter
  • Contattaci
  • Categorie
    • Pòlis
    • Il punto
    • Europae
    • Mondi
    • Estera
    • Guerre e pace
    • Economia
    • Levante
    • Libri&LIBERI
    • Arte&Artisti
    • Multimedia
    • Facite Ammuina
    • Al Muro del Tempo
    • Appunti di viaggio
    • Rassegna Stampa

© 2021 - Destra.it periodico online indipendente; Registrazione Tribunale di Milano n. 30 del 9/2/2021; Sede: Viale Papiniano, 38 Milano.

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In