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Sfatiamo il mito del “giovanilismo”. È tempo d’intelligenze, non di certificati anagrafici

di Mario Flugy Ravetto
22 Novembre 2013
in L'Editoriale
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Sfatiamo il mito del “giovanilismo”. È tempo d’intelligenze, non di certificati anagrafici
       

Al pittore Le Brun che lo stava ritraendo,verso la fine del suo lunghissimo regno, il Re Sole domandò se lo trovasse invecchiato.Le Brun, con l’eleganza del cortigiano e la saggezza dell’uomo colto , rispose al Monarca : ” Sire,io vedo solo qualche vittoria in più sulle vostre tempie “. Un piccolo episodio in sè,ma illuminante, soprattuto per i posteri.In quella frase, l’artista francese, riassunse brillantemente un principio in cui si sostanzia da sempre la Tradizione ( qualcuno si ricorda o sà a cosa mi riferisco ? ) sia europea che di tutte le grandi civiltà che sono apparse su questo pianeta ed a tutte le sue latitudini.

La saggezza e l’esperienza di chi da decenni si occupa di Politica e del bene dello Stato, sono patrimonio indispensabile a garantire il migliore andamento della cosa pubblica ed il pacifico progresso del popolo, nonchè la formazione del successivo ceto politico dirigente. Nel nostro Paese,invece,in perfetta malafede,si è stabilito, purtroppo anche da qualche parte del nostro ambiente , che le cose non stanno così e che la sostituzione delle generazioni nelle Istituzioni e nei vertici politici-partitici,sia la panacea a tutti i mali che affliggono l’Italia.

Le cose non stanno affatto così! E sarebbe venuto il momento che,proprio a partire dalla Destra, si cominci a fare un pò di pulizia, liberandoci da luoghi comuni pericolosi e che non fanno onore alla nostra Cultura Storica, Politica,Ideale.

Il punto non è che un ceto politico dopo dieci o venti o quarant’anni sia vecchio e risaputo e,pertanto, sia necessario sostituirlo. Il punto è cosa questo ceto politico abbia fatto o non abbia fatto nell’arco di un dato periodo, ed, allora, Signori miei,l e cose non si mettono bene proprio per nessuno nel nostro Paese e, men che meno per i giovani rampanti, che un pò in tutti i Partiti pretenderebbero di essere migliori di chi abbia passato i cinquanta o i sessanta o i settant’anni.

Diciamocela tutta e con il coraggio degli Uomini e Donne che per decenni sono andati controcorrente per sostenere idee e principi che sembravano fuori dal tempo e che oggi,invece, ritornano di prepotenza : oggi,coloro che fanno Politica ed hanno meno di quarant’anni,  si sono resi complici sia dei D’Alema, dei Bersani, dei Veltroni che dei Berlusconi e dei Fini,esattamente quanto lo sono stati i cinquanta-sessanta-settantenni.  A tutti quanti sia a Destra che a Sinistra è convenuto stare al gioco dei Capi, privilegiare l’interesse della Parte e del proprio gruppo interno, trascurando completamente la situazione di un’Italia che,con ogni evidenza,insieme alla caduta della prima Repubblica,aveva iniziato a declinare senza che nessuno vi volesse porre rimedio.

E di questo siamo responsabili tutti,voglio ripeterlo e dobbiamo ripetercelo ogni momento. Non ci sembra di ricordare,infatti, che quando fù evidente che Alleanza Nazionale aveva cessato di fare Politica per dedicarsi solo al Potere, massime a quello di uno, qualche giovane di belle speranze, scandalizzato dagli inconcludenti, purtroppo ,chiacchiericci del Caffè Giolitti, abbia raccolto il guanto della sfida e messo in discussione le scelte del Capo.

Non ricordiamo che, giovani di belle speranze, abbiano messo a sossopra la Destra Italiana, quando con cinismo e spregiudicatezza Fini ci liquidò e ci mise nel branco di Berlusconi, per salvare la sua carriera a rischio. Non abbiamo visto un solo giovane parlamentare, uscire dal Gruppo prima di AN e poi del PDL, n una impennata di orgoglio contro lo sconcio delle leggi ad personam o della certificazione del Parlamento circa la buona fede di Berlusconi nel sostenere la parentela fra Ruby e Moubarak.

Dobbiamo e vogliamo ricordare, invece, che l’impennata di orgoglio, la rivendicazione di appartenenza altra, rispetto allo scintillante nulla culturale e politico dell’ultimo ventennio, è stata opera di Qualcuno che veniva da lontano e, sebbene molto tardivamente , ha avuto il coraggio di riprendere un percorso colpevolmente interrotto.

Sarebbe bene, invece, che i sostenitori della rottura generazionale studino un dato sintomatico. Dal momento in cui la crisi del PDL e di Berlusconi si è conclamata e si è aperto un grande dibattito sulla ricomposizione dell’Area della Destra, non vi è stato istituto demoscopico che non abbia rilevato quattro dati costanti: crescita progressiva di Fratelli d’Italia e Officina per l’Italia, presenza non più marginale di una quota di elettorato favorevole alla rinascita di un Destra unitaria, forte radicamento di Forza Italia, crisi progressiva della Lega. Questo dimostra una cosa : gli Italiani sono alla ricerca di partiti fortemente identitari nell’ambito dell’area moderata e di Destra che è largamente maggioritaria nel Paese. E, dobbiamo ammetterlo anche se non ci piace. Pure Forza Italia, rappresenta una forte identità sebbene debolissima sotto il profilo culturale. Berlusconi è riuscito a trasformare il suo sogno tutto lustrini e paillettes in una identità politica, mentre gl’Italiani del Centro Nord, si sono resi conto del bluff della Lega, per nulla radicata nella Storia di questo Paese.

E cosa è questa identità che gli Italiani si sono messi a ricercare, se non il portato dell’azione, dell’impegno quotidiano che con mille battaglie ideali e politiche,la Comunità Umana della Destra, chè questa a noi interessa , ha condotto da decenni ? Grazie a quell’impegno e, nonostante gli errori di cui vecchi e giovani dirigenti ci siamo resi, in eugual misura colpevoli, gl’Italiani, riescono ancora a riconoscere una Destra ed a cercarne il ritorno. Questo nessuno può ignorarlo.

Nessuno, perciò può permettersi di dimenticare che una Comunità Politica ed Umana è un tutt’uno in cui vecchi e giovani hanno i loro ruoli ,TUTTI EGUALMENTE IMPORTANTI ED INDISPENSABILI al fine di dare risposte adeguate, meditate, ponderate, forti ai problemi non più eludibili di questa Nazione altrimenti destinata ad un declino inarrestabile.

Tags: centrodestraFratelli d'ItaliaOfficina per l'Italia
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