A notte inoltrata hanno lasciato la sala riunioni, l’aria densa per il fumo delle sigarette e i bicchierini da caffè vuoti sul tavolo erano il simbolo di un vertice andato per le lunghe ma non risolutivo. Dopo l’azzeramento della giunta deciso ieri da Rosario Crocetta è tutto il centrosinistra in fibrillazione. Difficile prevedere una soluzione immediata, tante le questioni sul tappeto. L’obiettivo sarebbe quello di formalizzare una nuova squadra, tra venerdì e sabato, in concomitanza con l’arrivo a Palermo del sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio.
Al vertice di Palazzo d’Orleans i renziani si sono presentato con Davide Faraone e il segretario regionale Fausto Raciti, rappresentati anche gli alleati del Pdr, del Megafono, del Psi, di Articolo 4 e dell’Udc. I democratici chiedono, per “pacificare” i rapporti con Crocetta, di cambiare i quattro componenti, Scilabra, Gerratana, Bruno e Agnello, in quota Pd ma di fatto scelti dal presidente della Regione in piena autonomia. In alternativa a questo rinnovo totale, ci sarebbero dei cambiamenti più contenuti, scenario preferito dallo stesso governatore, con l’avvicendamento di soltanto due elementi democratici e l’inserimento di un paio di esponenti dell’area Cuperlo. La conferma in squadra Lucia Borsellino, alla Salute, e Linda Vancheri, alle Attività Produttive, al momento appare l’unica certezza. Anche se il governatore sta facendo di tutto per salvare la Scilabra, magari cambiandole delega.
Appuntamento nuovo per le 15 di oggi, con una serie di incontri bilaterali con i singoli partiti. L’Udc intende confermare gli uscenti Nico Torrisi e Patrizia Valenti. Intanto su Crocetta pende la mozione di sfiducia presentata ieri dal centrodestra e dal Movimento 5 Stelle. Un atto che oggi più che mai potrebbe far paura al governatore, mai così in bilico in 2 anni di legislatura.