Ieri, il Tribunale di Milano ha assolto 7 zingari che avevano occupato un terreno e vi avevano costruito delle baracche, perché “il fatto non costituisce reato, stante la mancanza di abitazione degli imputati”.
I 7 “edificatori” erano stati denunciati dal Comune – giunta Pisapia, quindi non da un’amministrazione dedita al rastrellamento ed alla deportazione di minoranze etniche – a seguito di uno sgombero effettuato dalla polizia locale di Milano.
La comunità di sant’egidio (i miei polpastrelli rifiutano l’uso delle maiuscole), che si era fatta carico con un proprio avvocato di assistere e difendere questi portatori di diversità culturali, esulta alla sentenza dichiarando che “é importante perché é un forte stop alla criminalizzazione della povertà”.
Lascio perdere la descrizione del ribrezzo che provo per i giudici che hanno pronunciato la sentenza, e più ancora per la comunità che l’ha proposta, sostenuta e favorita. Davvero, se scrivessi un millesimo di ciò che penso di loro, probabilmente rimetterebbero la ghigliottina per tagliarmi la testa.
Mi soffermo solo sul principio affermato: non hai la casa? Occupi uno spazio non tuo e te ne fai una”.
Siccome – nella storia dell’uomo – ogni scandalosa nuova degenerazione é stata il grimaldello per forzare il buon senso e consentire l’avvento di ben altre “conquiste”, voglio immaginare alcun sentenze che potremo attenderci nei prossimi anni:
– Hai rubato? Hai fatto bene se non hai soldi
– Hai stuprato? Se non trovi nessuno con cui scopare, in qualche modo ti devi pur sfogare
– Hai ucciso? Vabbé dai, dimostrami almeno che avevi motivi di antipatia per la vittima
In men che non si dica, l’unico reato ad essere perseguito rimarrà l’evasione fiscale, perché i soldi del tuo lavoro il fisco non accetterà mai di considerarli tuoi.
Approfitto, in materia fiscale, per annunciare una obiezione di coscienza: qualora a qualcuno dei miei clienti pungesse vaghezza di destinare il 5 per mille alla comunità di sant’egidio, si trovi un altro intermediario telematico.
