Ormai agli sgoccioli della guerra delle Falkland (Malvine), i reparti britannici dovevano avere ragione della resistenza delle forze argentine trincerate intorno alla capitale delle isole, Port Stanley.
Per l’attacco a una delle posizioni difensive argentine più solide, quella del Monte Tumbledown, venne scelto il 2° Battaglione delle “Scots Guards”, noto per la sua aggressività, ma solo fino a pochi mesi prima in servizio di gala a Londra (a differenza di quanto comunemente credono molti turisti, peraltro, i battaglioni delle Guardie, sia a piedi sia a cavallo, NON sono soldati da operetta, mantengono livelli di addestramento operativo molto elevati e si alternano nelle funzioni da parata).
Il maggiore John Kizsely, comandante dell’attacco britannico, si trovò a fronteggiare una durissima resistenza argentina e, per averne ragione, non esitò, nel momento culminante dello scontro, a dare l’ordine di innestare le baionette e poi a lanciarsi davanti ai suoi soldati urlando “Alla baionetta, carica!”.
Molte Guardie scozzesi raccontano, nelle loro memorie sulla battaglia, di aver sentito un brivido percorrergli la schiena al momento dell’ordine: “Innestate le baionette!”. Qualcuno pensò di essere tornato molto indietro nel tempo, ma tutti seguirono il loro comandante, trascinati dal suo esempio.
Kizsely, per quanto quasi immediatamente colpito dal fuoco argentino, fu salvato dal fatto che il proiettile a lui destinato colpì la grossa bussola che portava sul petto. Di fatto, fu molto più fortunato del colonnello Jones del 2nd Para, che venne ucciso a Goose Green mentre incitava gli uomini al suo comando con il suo personale esempio. Ne seguì una mischia ferocissima, in cui le Guardie scozzesi fecero valere il loro bellicoso spirito celtico (non si ha però notizia di decapitazioni sul campo a carico dei difensori argentini, secondo la migliore tradizione bellica dei Celti…).
Durante l’attacco – se si accetta la versione ufficiale – il “Pipe Major” del battaglione compose d’istinto una melodia, che eseguì con la sua cornamusa sulla vetta del Monte Tumbledown, una volta che questo fu conquistato, secondo la migliore tradizione militare scozzese.
L’attacco costò alle “Scots Guards” 10 morti e 53 feriti, su un totale di poco più di 650 effettivi del battaglione, dunque circa un 10 per cento di perdite.
P.S.: Pare (ma queste sono solo voci non confermate) che molti “Jocks” abbiano scelto di lanciarsi all’assalto con il solo berretto d’ordinanza, non con l’elmetto. Alcuni, di cui uno sicuramente ritratto in vetta al monte, addirittura indossando un tipico copricapo scozzese, il “tam o’shanter”.