Non un buco, ma una voragine si è aperta nel bilancio della Regione siciliana. Ad ammetterlo è stato lo stesso assessore all’Economia Alessandro Baccei, secondo il quale mancano 500 milioni nelle casse regionali a causa di “un andamento delle entrate non buono”.
L’allarme era stato lanciato dallo stesso Baccei nel corso della seduta dell’Ars in cui si è esaminato il Def: “Avevo lanciato questo grido di dolore anche per responsabilizzare assemblea e assessori”, ha spiegato l’assessore. Tra minore Irap, Irpef e Iva per il meccanismo split payment mancano nelle casse della Regione circa 500 milioni di euro rispetto alle previsioni.
“La Corte dei Conti condivide le nostre stesse preoccupazioni”, ha aggiunto Baccei, “siamo già in crisi di liquidità perché c’è questo problema di entrate”. “Con la Corte abbiamo condiviso queste criticità”, ha aggiunto, “e avanzato una soluzione” che sarà presentata domani in giunta, in accordo con il ragioniere generale. Soluzione che passa dal “contenimento della spesa perché non possiamo bloccare gli stipendi e i pagamenti”. Il grosso nodo, ha concluso Baccei, “sarà il bilancio 2016 quando non potranno essere più utilizzati i fondi di sviluppo e coesione”. Ovvero circa 700 milioni che erano stati inseriti nel bilancio 2015 e che sono stati impugnati dai magistrati contabili.
Polemico il presidente dell’Anci-Sicilia Leoluca Orlando che parla di “stato di calamità istituzionale” che va ben oltre il buco di 500 milioni. “I Comuni siciliani non hanno, ad oggi, ricevuto un centesimo dei trasferimenti da parte della Regione – ha denunciato il primo cittadino di Palermo – e questo ci fa pensare che le difficoltà finanziarie si stanno facendo gravare esclusivamente sugli enti locali. I 500 milioni di buco corrispondono quasi interamente, infatti, alle risorse che vanno trasferite a Comuni”. La Regione, conclude Orlando, “sta dichiarando di volere il dissesto di 390 comuni dell’Isola ed è forse proprio questo elemento che giustifica la fin troppo leggera gestione finanziaria della Regione che, a fronte di un bilancio approvato, scopre a ottobre un così rilevante ammanco di risorse. Tutto ciò conferma che in questi tre anni, a differenza di tanti comuni che hanno saputo tamponare l’emorragia di risorse provenienti dallo Stato e dalla Regione, non si è fatto nulla che lasci intravedere un cambiamento strutturale, anche attraverso le tante annunciate riforme, e viceversa, si ascoltano dai responsabili di questo disastro dichiarazioni da Alice nel paese delle meraviglie”.