Nonostante la sua brevità e la sua sinteticità l’editoriale di Sabino Cassese “La Consulta e i poteri. Quando lo Stato conta più delle Regioni” riveste un rilievo enorme in ambito politico. Il giudice emerito della Corte costituzionale segnala che tra il silenzio generale e la disattenzione teleguidata l’assemblea di Palazzo Vidoni, con l’ordinanza del 14 gennaio scorso, ha stabilito, prendendo in esame una ordinanza della Valle d’Aosta, ha stabilito che “la pandemia in corso, ha richiesto e richiede interventi rientranti nella materia di profilassi internazionale di competenza esclusiva dello Stato ai sensi dell’art.117 II comma lettera 4 della Costituzione”.
Cassese alla luce di questa fondamentale indicazione, può puntualmente sottolineare che “la strada imboccata dallo Stato fin da marzo scorso è sbagliata. Gli interventi resi necessari dalla pandemia non rientrano tra quelli nei quali Stato e Regioni si spartiscono i compiti, ma spettano esclusivamente al governo, con cui le Regioni debbono [soltanto] collaborare”. Il governo – prosegue Cassese – “dovrà ora reimpostare tutta la sua strategia. Con un anno di ritardo ci accorgiamo che un fenomeno mondiale non può essere fronteggiato dividendosi. Il pluralismo antipandemico è una contraddizione in termini”. Inteso, signori leghisti disgregatori dell’unità nazionale e signori della sinistra eversori dello Stato?
La Corte – rileva ancora il giurista campano – al momento della discussione del merito, il prossimo 23 febbraio, non potrà non tener ferma questa affermazione di merito, essenziale. Del resto anche l’ex presidente della Consulta, Cesare Mirabelli, avverte l’ordinanza non è importante soltanto perché sancisce “la competenza esclusiva dello Stato”, ma anche perché stabilisce che “le scelte dei governatori devono iscriversi nella cornice che fissa lo Stato”. Insomma “le regioni non possono andare per conto loro, ma occorre per quanto riguarda l’azione di contrasto della pandemia un’azione unitaria che, in base alla costituzione, spetta solo allo Stato”.
Nel suo brillante quanto intelligente saggio, “La notte delle ninfee. Come si malgoverna un’epidemia”, cogliendo in piena le responsabilità del governo giallorosso Conte, ma non solo sue, date le interferenze delle Regioni a guida leghista o di sinistra, Luca Ricolfi coglie nel segno nel momento in cui segnala che “gli errori […] compiuti sono talmente numerosi e madornali che nessuno può stupirsi che sia stata travolta [l’Italia nella sua totalità] da entrambe le ondate”.