Una brutta notizia. Anzi pessima. “Storia in rete”, l’ottima rivista diretta dall’amico Fabio Andriola sospende le pubblicazioni. Non per mancanza di lettori (anzi) ma per una contradditoria regia editoriale che ha soffocato gli sforzi generosi di Andriola e della valente redazione. Viene così a mancare nell’asfittico panorama giornalistico italiano una delle pochissime testate libere, quanto professionalmente serie, che negli anni ha indagato con coraggio, rigore e spregiudicatezza il mare del passato e del presente. Peccato.
Un sentito “ringraziamento” va anche alle danarose fondazioni destriste che nel tempo hanno fatto mancare a “Storia in rete” qualsiasi appoggio, qualsiasi sponda, qualsiasi aiuto. Del resto, la profondità di pensiero, la ricerca scientifica, la bella scrittura poco o nulla frega agli orbi “custodi” delle memorie della destra politica italiana. Amen.
Con la speranza di rivedere presto in edicola “Storia in rete”, rilanciamo il comunicato del suo direttore.
Il prossimo luglio “Storia In Rete” non sarà in edicola col suo numero 199 e con il previsto Speciale estivo. Dopo quasi vent’anni, 198 numeri e una ventina di speciali monografici, la corsa del nostro giornale si ferma. Per sempre? Difficile dirlo. Per qualche mese? Sicuramente. Le ragioni di questo stop non sono però da ricercare, nonostante il periodo complicatissimo, in particolari difficoltà di mercato: infatti, nonostante i tempi difficili, in questi anni “Storia In Rete” ha dimostrato di avere un pubblico fedele e consolidato che continua a rappresentare la nostra vera forza e a cui va il mio ringraziamento.
Nell’impossibilità di citarli tutti, voglio qui anche ringraziare i tanti – davvero tanti – collaboratori che hanno arricchito il giornale con i loro articoli e con la loro passione. E’ grazie a loro che in questi anni abbiamo – credo – potuto tener ben dritta la barra della nostra linea editoriale: dare notizie tenendosi ben lontani da qualunque forma di “politicamente corretto”.
A lettori, collaboratori e amici rivolgo per ora l’invito a tener d’occhio il nostro sito e di iscriversi, se non l’hanno già fatto, alla nostra newsletter. Sono due strumenti che c’erano già prima della rivista e che contiamo di rafforzare per continuare il nostro lavoro. In attesa di tempi migliori.
Fabio Andriola