Nella vita ci sono amicizie che sono tra le più alte e le più sincere anche se la lontananza impedisce un’assidua frequentazione.
Franco Falco era tra queste. Ci si vedeva molto poco ma nei momenti che contano lui c’era. Ricordo la prima volta importante; eravamo a Sorrento, nel dicembre 1987, al congresso che celebrò l’avvento di Gianfranco Fini alla guida del MSI. Furono tre giorni di acceso e passionale dibattito, tutti i congressisti intervenivano parlando a braccio, il MSI era l’unico partito dove spontaneamente non si leggevano interventi scritti. In quei giorni, si dormiva poco, anzi pochissimo, ed al termine del congresso eravamo esausti; occorreva però affrontare il viaggio di ritorno, che ci avrebbe portato alla realtà di tutti i giorni. Da Sorrento, partendo il pomeriggio saremmo arrivati in auto a Milano al mattino dopo, con una notte in mezzo. Franco chiese di affiancare me ed un altro compagno di viaggio; a metà itinerario, nei pressi di Roma si offrì di guidare e in silenzio, senza fare pesare il suo impegno, ci portò a casa, affrontando la notte e la nebbia, fitta, che avvolgeva la pianura padana. Erano tempi in cui c’era passione e sacrificio per la politica, dove si viveva di ideali e le poltrone non erano neanche un miraggio, proprio non esistevano per noi missini. Ma ci animavano ideali veri e per questi si era disposti a fare qualsiasi cosa. Un viaggio di notte, attraversando l’Italia, con ore arretrate di sonno era considerato normale.
Due anni dopo, nel 1989, ottenni il mio primo incarico con la mutua, a Cerro Maggiore, vicino a Legnano, dove Franco era il responsabile del partito. In poche settimane dovevo trovare una residenza e poi un ambulatorio dove esercitare, pena il decadimento dell’incarico. Franco con poche telefonate risolse il problema ed io iniziai la mia carriera in medicina generale. Era talmente bene considerato da tutti coloro che lo avevano conosciuto che nessuno gli avrebbe negato un favore.
Nel settembre del 1991, Franco mi volle come relatore ad un convegno sulle manipolazioni genetiche e la fecondazione assistita. Erano temi ancora sconosciuti, dove si affrontavano argomenti che facevano a pezzi il motto latino “mater semper certa”, e rimettevano in discussione i ruoli genitoriali. Franco già allora aveva visto lontano, era riuscito ad invitare il vescovo di Legnano, incredulo di fronte agli argomenti trattati e per lui completamente nuovi. A presenziare il convegno c’era un distratto Gianfranco Fini, tutto preso ad attendere una telefonata del presidente Cossiga, che avrebbe in quei giorni portato un importante contributo allo sdoganamento del MSI.
Quando arrivò il mio turno, mi ricordo, ero particolarmente emozionato, e come Fracchia avevo la salivazione azzerata; Franco intuì il problema e mi portò da bere. Prima di me aveva parlato Marzio Tremaglia, con una relazione sull’aspetto giuridico riguardo le manipolazione genetiche. Marzio rappresentava uno degli esempi più limpidi delle nuove leve del MSI e Franco lo aveva capito e valorizzato. Oggi siamo arrivato alla discussione sulla legge Zan, ma già allora , forse troppo presto , noi avevamo compreso l’importanza dell’argomento. Negli anni successivi, gli impegni politici e l’esperienza di governo di Alleanza Nazionale ci portarono ad incarichi istituzionali e Franco divenne assessore nel comune di Legnano.
L’ultima volta che lo vidi fu a Busto Arsizio, nel 2017, in un teatro a celebrare i quarant’anni del circolo di Castellanza “13 gennaio”. Con un concerto di Skoll e Fabio Constantinescu, accompagnati da Silvia e Serena, furono ripercorsi tutti quegli anni con canzoni celebri che sentivamo come nostre. Ascoltammo anche il noto brano “Buonasera dottore” di Claudia Mori, dove la voce fuori campo si rivelò in quella del fondatore del nostro circolo, Franco Bianchi alias Morgan. Franco era presente là dove si facevano i fatti, sempre a tutto campo, cultura e politica, ideali e concretezza. Passava dal secchio con la colla per i manifesti al microfono in dibattiti di spessore.
Ora vola alto, avrà raggiunto tutti quei ragazzi che fecero grande il MSI alla fine del secolo e hanno posto le basi per il nostro futuro. Giovani seri, inattaccabili, fieri e garbati, intelligenti e appassionati. Il buon (?) Dio diede loro tanti pregi , forse troppi, ed allora decise di togliere loro la longevità, ma non il ricordo.
Nicola Pasetto, Carlo Venturino ed Almerigo Grilz, Luciano Laffranco e Marcello Bignami, Marzio Tremaglia, Pino Tatarella ed Ugo Martinat, Nino Sospiri e Guido Virzì. Grazie a loro ed anche a Franco, ogni giorno sono confortato di avere fatto la scelta giusta in gioventù e ringrazio di non aver mai buttato via la mia vita.