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Home Economia

TAV e TAP. Un po’ di chiarezza (e onestà) su due opere necessarie

di Augusto Grandi
17 Febbraio 2019
in Economia, Home
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TAV e TAP. Un po’ di chiarezza (e onestà) su due opere necessarie
       

Tav e Tap, c’è assonanza ma le due realtà hanno aspetti molto differenti e non basta che si tratti di due interventi infrastrutturali per renderli simili. La Tap porterà in Italia il gas in arrivo dall’Azerbaijan. Approderà in Puglia per poi venir distribuito in tutta la Penisola. Che l’Italia abbia bisogno di energia è evidente a tutti, compresi coloro che si sono opposti al gasdotto. In futuro, si spera, le energie rinnovabili e pulite renderanno superfluo il ricorso al metano o al petrolio, ma l’autosufficienza energetica basata su sole e vento non sarà raggiunta in tempi brevi.

Dunque il ricorso al gas è non solo inevitabile ma rappresenta anche l’alternativa migliore, in termini ambientali, al ben più inquinante petrolio. Sulla Tap, però, incombevano anche le proteste per eventuali danni arrecati ai fondali marini, alla spiaggia dove la condotta arriverà, agli ulivi dei pochi km attraversati prima di collegarsi con gli impianti già esistenti.

Problemi che pare siano stati affrontati e risolti. Basti pensare che gli ulivi espiantati sono stati collocati provvisoriamente in aree dotate di strutture per la protezione dalla Xylella e saranno poi ripiantati nei terreni originari. Ed anche la spiaggia non verrà intaccata.

Quanto alla Tav Torino Lione, i contrasti riguardano la filosofia stessa dell’opera. Tav è l’acronimo di Tratta ad Alta Velocità. E quel riferimento all’Alta Velocità va tenuto presente. Sin dall’inizio della discussione sulla nuova linea tra il Piemonte e la Francia si è sostenuto che la Tav sarebbe servita per agevolare il trasporto delle merci, aumentando la competitività del territorio e riducendo l’inquinamento con l’eliminazione dei Tir che percorrono attualmente la Val Susa in autostrada o sulla viabilità ordinaria. Tutto bene, dunque?

Non proprio, perché le stesse promesse avevano accompagnato la realizzazione dell’alta velocità italiana tra Torino e Salerno passando per Milano, Bologna, Firenze, Roma e Napoli. E in tutti questi anni quanti Tir sono stati eliminati grazie alla nuova linea? Nessuno. Sull’Alta Velocità italiana non transitano treni merci.

E allora qualche dubbio sulla Torino Lione è inevitabile. In origine avrebbe dovuto rappresentare una tratta fondamentale del corridoio 5, da Lisbona a Kiev. Peccato che molti Paesi lungo il corridoio 5, che ha pure cambiato nome, non siano più interessati, a partire dal Portogallo. Però potrebbe essere solo un problema contingente. Mentre la realizzazione della Via della seta ferroviaria dalla Cina all’Europa potrebbe dare nuovo impulso.

Però, a quel punto, i problemi sarebbero nuovamente italiani. Se sull’alta velocità italiana non transitano treni merci, i carichi in arrivo dall’Est verrebbero scaricati dai treni a Trieste e trasferiti sui Tir per attraversare su gomma, e inquinando, tutta la Pianura Padana arrivando sino a Torino dove andrebbero ad ingolfare la già insufficiente tangenziale per proseguire sull’autostrada verso Pinerolo per raggiungere lo scalo  di Orbassano dove i Tir scaricherebbero le merci sui treni diretti a Lione. Una follia.

Le merci devono viaggiare su rotaia, ma sull’intera tratta. Invece alcune associazioni imprenditoriali hanno già spiegato di preferire il trasporto su gomma, respingendo ogni ipotesi di divieto di transito nelle tratte alpine. Fingendo di non sapere che Austria e Svizzera hanno già imposto limitazioni proprio per tutelare l’ambiente. Imprenditori che vogliono la Tav per le commesse relative alla costruzione, ma senza l’obbligo di utilizzarla successivamente.

È vero che l’opera sarebbe comunque utile per i collegamenti riservati ai passeggeri, ma un briciolo di onestà intellettuale non farebbe male e servirebbe a fare chiarezza.

Tags: economiaenergiaferrovieTAP gasdottoTAVtrasporti
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Commenti 2

  1. pietro46 says:
    4 anni fa

    Dott.Grandi…vero che stiamo parlando di qualcosa che ‘addavenì’,e magari,fosse vero,finibile prima dei prossimi 50 anni?O diciamo almeno 30 se i piani di spesa ‘quinquennali’,di sovietica memoria,vengono ‘redatti’ in europa da inizio a fine di ogni legislatura e dunque x st’opera bisogna aspettare che l’Uomo del Monte di Brux’ del momento stanzi e poi scuci i soldi necessari a continuare ogni volta dal punto ‘Rimasti’?Tempo fa la ‘concorrenza’ di area,il giornale,ci aveva informati che eravamo dovuti ricorrere all’america x sperimentare il NOSTRO prossimo construendo PIU’VELOCE TRENO AL MONDO,più del francese che sfreccia a 480kmh(NB:Che i francesi hanno già dichiarato che non gli permetteranno di ‘correre’ nel traforo Valsusa per non dover ogni volta cartavetrare i suoi ‘pattini’)in un tratto a nord della stessa francia o dei ‘vista mondo’ giapponesi(a cui forniamo proprio le ‘vetrate’)che portano a quelle velocità,ed anche di più,i pendolari nipponici anche,nel mentre il nostro s’accontenterà di sfrecciare a solo 1000 mkh.Mi domando,ingenuamente certo…perchè ca…volo dobbiamo arrivare sempre dopo aver ‘ingrassato’ inutilmente e non più servibile (sappiamo tutti che i tgv francesi passati ‘di quà’ non possono viaggiare fino a Milano sul percorso tav ma solo sul ‘solito’ immarcescibile percorso di sempre,tanto da farci pensare:a che ca…volo serviva dunque la tav To-MI?Potevamo o no,ed essere i primi se non altro,con un treno…non merci?

    Rispondi
  2. antonio corso says:
    4 anni fa

    io sono contrario alla TAV. Si deve assolutamente andare in 3 ore da Lione a Venezia, ma i treni in Sicilia ci mettono piu’ di 10 ore per andare da un capo all’altro dell’isola. Se non e’ razzismo questo!!! Un razzismo contro il nostro popolo. L’ammodernamento dei treni del sud deve venire prima della tav.

    Rispondi

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