Addio panzer divisionen. Altro che blitzkrieg o Ardenne. La Germania merkelliana ha i denti spuntati e (militarmente) non spaventa nessuno. Da lassù, il buon Guderian, il geniale padre della guerra su cingoli del III Reich, di certo scuote la testa e bestemmia nel suo dialetto tedesco.
Cos’è successo? Il Ministro della Difesa tedesco Ursula von der Leyen ha annunciato, nell’ultimo simposio della NATO, che la Bundeswehr invierà in Lituania una formazione di carri armati Leopard 2. Un chiaro avvertimento alla Russia: l’ultima volta che Berlino ha schierato i suoi panzer ad Oriente era il 1941, l’operazione Barbarossa. Peccato che al tempo i panzer erano tanti e modernissimi.
Oggi non è così. A causa ai tagli alla Difesa, la Germania è passata da 2500 carri a solo 225 Leopard-2 operativi, più o meno il 10 per cento della forza degli anni ’90. Niente confronto alla forza corazzata russa. La signora von der Leyen, molto preoccupata, è riuscita ad ottenere dalla cancelliera l’ordine per altri 100 Leopard-2. Tra qualche anno la Bundeswehr potrà schierare 328 carri armati. Poca roba e troppo tardi.
Ma non è tutto. I carristi germanici (e i russi) sanno che le munizioni dei pochi tanks tedeschi schierati all’Est non sarebbero in grado di produrre abbastanza energia cinetica per mettere fuori uso l’ultima versione dei T-90 e dei T-80. Senza considerare, infine, la piattaforma T-14 Armata. Il problema dei Leopard-2 è nel loro sistema di combattimento: per essere efficaci, i proiettili dei Leopard dovrebbero essere di uranio impoverito ma, per i politici tedeschi, questo è ormai un dato inaccettabile. Intanto, entro la fine dell’anno, la Russia si prepara a schierare quattro divisioni, nove brigate e 22 reggimenti tra Rostov sul Don e le regioni di Smolensk e Voronezh. Con gli adeguati proiettili.