Se analizziamo con obiettività la società in cui viviamo ci accorgiamo che tutto risulta davvero grottesco. Abbiamo un intrattenimento mediatico di tipo adolescenziale per ogni fascia d’età, abbiamo un sistema educativo che ha sostituito il vero apprendimento accademico con immagini e slogan dai devastanti risultati (chi vi scrive insegna economia e diritto alle superiori, nda), acquistiamo prodotti farmaceutici che alleviano ma non curano mai, abbiamo servizi sociali destinati a tutti ma presi d’assalto esclusivamente da approfittatori senza scrupoli, deleghiamo a internet la gestione del tempo libero dei nostri figli (gioco d’azzardo, pornografia, truffe, etc.). Inaccettabile.
Ogni aspetto sopra descritto infetta gli altri e viceversa, consentendo alla corruzione e alle perversioni di proliferare con sempre più crescente facilità. In una situazione come questa, in assenza di una moralità che ispiri al miglioramento, le fondamenta stesse della nostra nazione sono destinate ad incrinarsi e quindi a crollare in breve tempo.
Siamo consapevoli di tutto questo, ma non facciamo nulla per invertire la rotta. Perché? Perché fondamentalmente sono prevalse un’etica della pigrizia e una volontà a non sembrare cattivi. Infatti, ergersi a paladini di una nuova morale contro tutto il marciume che ci circonda, spinge il resto della società a bollarti quale retrogrado reazionario, se non addirittura ‘fascista’. E allora il gioco è fatto. Chi di voi desidera realmente essere tacciato di pericolose appartenenze? Diciamoci la verità, anche a destra si fa la gara a chi è più antifascista.
Riportare questo Paese sulla retta via è un lavoro duro e pericoloso che, se fatto bene, comporta sacrifici personali che nessuno vuole compiere. Questo perché, in un Paese pervaso di ideologia buonista ai limiti del paradosso, sembra davvero un compito impossibile da raggiungere. Nemmeno il fatto che questa possa sembrare la società “più libera di sempre” ci spinge all’azione.
In realtà l’odierno concetto di libertà è ridotto ad una semplice nozione superficiale e nichilista che racchiude in sé una totale mancanza di assunzione di qualsivoglia responsabilità, in una società permeata di perversioni innaturali di ogni tipo che cerca solo massimo profitto e immediata gratificazione. Accettare tutto questo significa abdicare al dovere della lotta politica.
Molti di noi, però, non ritengono debba essere questa la via. Dobbiamo necessariamente abituarci alle difficoltà e capire di vivere in una società ostile, dobbiamo rinunciare convintamente agli agi che questa vita ci offre subdolamente ogni giorno, dobbiamo essere orgogliosi di affrontare problemi e di saperli risolvere, dobbiamo ritrovare la volontà e la disciplina che fanno la differenza fra vittoria e sconfitta. Questa è la strada per imporre la morale in cui crediamo.
Bisogna lavorare affinchè sia ritrovato un senso collettivo del bene comune che sostituisca questa grottesca pagliacciata che viviamo ogni giorno. Dobbiamo riconquistare fiducia e orgoglio, perché tutta la vita è lotta. Combattere politicamente per riconquistare posizioni che sembrano ormai perse per sempre, ci aiuterà a capire quanto siamo importanti per il futuro di tutti. Questa consapevolezza, raggiunta individuo dopo individuo, potrà essere l’unica forma di sopravvivenza per questa nazione.