È del tutto evidente che le forze in campo sono assolutamente a dir poco poderose. Naturalmente non mi riferisco a quelle schierate a vario titolo in Ucraina, ma a quelle operanti a casa nostra, nella nostra amata patria. Orbene come denunciato in altre occasioni stiamo vivendo ad una pericolosissima polarizzazione indotta dell’opinione pubblica. Un vero e proprio remake del pensiero unico dominante, già visto nell’ormai passato di moda “periodo pandemico”, che come una falce si abbatte al grido di libertà contro chi non la pensa come lui, isolandolo, paralizzandolo e infine censurandolo.
La assoluta pochezza della nostra classe dirigente coadiuvata da quella stampa che oramai da anni ha abbandonato il privilegio d’esser libera, semplifica notevolmente questa tendenza, ma sarebbe più opportuno strategia immediata e impietosa, lasciando mano libera ai persecutori professionisti dei non allineati. Allora risulta assolutamente conseguenziale l’esclusione di razze russe dai concorsi di felini perché sia chiaro che questa guerra è totale e non si fanno prigionieri in nessun ambito. Per cui necessita costringere all’oblio la letteratura russa che magicamente non è più europea e sostituirla con la più politicamente corretta ucraina che al momento non è ancora pervenuta, ma basta attendere che arriverà.
Poi come non citare l’allontanamento del professore Alessandro Orsini per aver sostenuto che anche l’Occidente ha delle responsabilità nella guerra in Ucraina. In fondo le Università italiane sono notoriamente un luogo di confronto e studi dove tutti possono esprimere le loro tesi e presentare i propri studi ed è proprio per questo che bisogna licenziare chi non la pensa nel giusto modo. Per poi giungere alle accuse di “Putinismo” o se preferite di “Putianesimo” al professor Caracciolo che da sempre è stato un fiero esponente del filoatlantismo.
Allora se la narrazione è solo unica e spesso mal formulata, soggetta ad enormi amnesie storiche e cecità geopolitiche, che valore ha continuare a studiare un quadro così complesso ed in continua mutazione? Semplicemente perché quello che spesso viene nascosto è che un eventuale allargamento del conflitto coinvolgerebbe immediatamente il continente europeo con risvolti assolutamente epocali. Ma per alcuni non importa allora bisogna dire che è Putin l’aggressore, cosa assolutamente vera, che è pazzo per delegittimarlo, mentre l’Occidente è quello buono, anche quando aveva promesso alla Russia che l’Ucraina non sarebbe mai entrata nella NATO mentre la Germania sarebbe stata libera di riunificarsi entrare nella Ue e nella Nato.
Questo piccolo esempio fa parte di quella narrazione storica contraria al pensiero unico allora anch’essa condannata all’oblio. Naturalmente non ho la pretesa di fare un trattato storico, ma portare esempi e riflessioni poiché sono dell’avviso che l’unico modo degnamente utile sia una pace diplomatica, ma per farla bisognerebbe sedersi al tavolo delle trattative con competenze ed onestà intellettuali ben diverse dalle attuali.
La Storia, quella vera, ci fornisce molti moniti come la Siria, il Vietnam, per non parlare dell’Afghanistan e se non credete a me potete chiedere ai curdi. La crisi poteva essere contenuta? Certamente, ma n’è mancata la volontà, ma tanto nessuno se ne assumerà la responsabilità con il rischio, ancora poco probabile, di un allargamento del conflitto europeo in Europa. Affrontare il problema per quello che è servirebbe moltissimo, ma tanto si verrebbe oscurati o accusati di “Putinismo” accumunandoci al professor Caracciolo certo, ma verremmo immediatamente censurati. Evidentemente nonostante le tante dichiarazioni la guerra vi piace davvero tanto. E allora ricordando il grande Pirandello “Così è se vi pare”.