Si stava meglio quando si stava peggio. Ovvero Sala da capo dell’EXPO era “nu babbà” (aforisma napoletano) in confronto al Sala sindaco. Prima lo avevamo aspramente e ripetutamente criticato per i suoi silenzi in merito ai bilanci della Rassegna Universale. Autentici silenzi di foggia manzoniana (“non era più quel silenzio forzato e impaziente: stava zitto come chi ha più cosa da pensare che da dire”).
Ma adesso, forse colto dal FUROR GALLICUS da primo cittadino, parla. Anzi, straparla.
Come in un distorto sillogismo aristotelico, un lancio di agenzia di oggi avverte che il primo cittadino della metropoli dell’osso buco ha parlato. E lo ha fatto partendo da un assunto inossidabile: a Milano il problema del flusso (in crescita) dei profughi in arrivo in città… è un problema.
Geniale affermazione e parte seconda del sillogismo: quindi e per questo, ha concluso il Nostro, signori milanesi preparatevi all’istallazione di tendopoli.
Poi, forse per gli attacchi politici congiunti che lo hanno colpito ed affondato come in una battaglia navale, ha strapazzato Aristotele dicendo qualcosa che suonava in simil guisa: “Tende sì, ma tendopoli mai!”.
I nostri lettori hanno capito qualcosa di tal ragionamento che, a parer nostro, stride come due bronzine senza olio?
Se hanno capito sono più bravi ed intelligenti di noi che, a dire il vero, non abbiamo capito un acca del suo ragionamento (si fa per dire…).
Però abbiamo capito che questo novello sindaco si terrorizza come i bimbi del Babau di Buzzati al minimo stormire di fronde di leopardiana memoria.
Insomma le tende le vuole o non le vuole? E nelle tende, secondo lui e sempre che le voglia, è certo che quei poveracci staranno decentemente? Ma, sino a ieri, non li voleva alloggiare nell’ex area EXPO?
Sarebbe meglio che il sindaco si risintonizzasse con il Sala di prima. Quello che, muto come un totano surgelato, guardava con occhi di bragia (Dante, Inferno, canto III) gli sparuti giornalisti che rosicavano sul mistero del secolo: i conti EXPO. Almeno quello si capiva, infatti un silenzio non è altro che un silenzio. E lo si può interpretare come si vuole.
Troppe dotte citazioni letterarie in questo articolo? E’ vero! Ma ci confessiamo: le abbiamo inserite apposta per vendicarci. Infatti, delle parole di Sala abbiamo capito una mazza di quello che voleva darci ad intendere. Ma gli abbiamo reso la pariglia: adesso, anche lui, avrà sotto gli occhi un sacco di cose… che non riuscirà a capire!
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Eccellente! Arguto ed icastico. Maurizio, sei grande.