Il Salone del libro censurato si è aperto a Torino all’insegna del pensiero unico obbligatorio. La minoranza aggressiva, intollerante, faziosa ha imposto l’espulsione della casa editrice che non piaceva dopo aver eliminato dal programma ufficiale ogni eventuale presentazione o dibattito che potesse coinvolgere intellettuali, scrittori, giornalisti non allineati.
Sono i meravigliosi risultati di decenni di fuga dalla cultura dell’intera politica del centro destra, perennemente sotto scacco da parte degli avversari. Eppure il Piemonte è stato a lungo governato dal centrodestra che mai è riuscito ad incidere sulla cultura e sulla gestione del Salone del libro. O forse mai ha voluto incidere, considerando a chi è stato affidato l’assessorato nel corso degli anni.
Ed anche in questa vicenda i politici locali di centrodestra si sono contraddistinti per il silenzio, la pavidità, la banalità degli interventi. Non male per chi, a fine mese, potrebbe ritrovarsi a governare la Regione. Solo Salvini ha sottolineato che la censura è sempre pericolosa e la Meloni dalla Garbatella ha rispolverato l’Unione Sovietica. Gli altri, in Piemonte, muti. Lasciano che gli avversari impongano ciò che vogliono per poi, nel migliore dei casi, belare a bassa voce. Purché sia troppo tardi per rimediare, ovviamente.

La cultura impregna di sè ogni aspetto della società. Che si tratti di libri e informazione ma anche di trasporti, ricerca, innovazione, commercio. Rinunciare alla cultura significa rinunciare a governare per limitarsi, se va bene, ad amministrare. Si rinuncia alla strategia di sviluppo di una regione per puntare solo all’acquisto di tombini e lampadine. Non una visione del mondo ma una caccia alla poltrona ed alla prebenda. E questo spiega perché aumentano di continuo i casi di corruzione, di tangenti, di favori illeciti. Perché una visione del mondo è più complicata da coinvolgere in tangenti rispetto all’acquisto di materiale sanitario.
strano che la Meloni non abbia detto alcunche’
se entro 48 ore la Meloni non condanna in termini durissimi questa mostruosa discriminazione, voto Salvini che almeno qualcosa ha detto contro questa storia