Fino agli anni Trenta-Quaranta del Novecento Orbetello, Bracciano, Desenzano del Garda, Trieste, Brindisi e Taranto ma anche Milano e Varese ospitavano idroscali. Poi le chiusure, qualche demolizione e tante riconversioni. Un patrimonio storico e architettonico negletto ma ancora visibile e in parte fruibile. Da qui l’idea dell’associazione Aviazione Marittima Italiana, che da tempo lavora al recupero delle circa trenta basi storiche sparse nel Paese, di un protocollo per il “Circuito degli idroscali storici”, un piano articolato per tutelare e valorizzare le strutture rimaste, destinandole alla promozione della cultura aeronautica (musei, mostre, convegni, scuole di volo), tornare ad ospitare velivoli idro e promuovere una nuova forma di turismo intermodale e sostenibile. Il progetto dell’associazione è stato presentato al ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, in occasione delle manifestazioni all’aeroporto di Pavullo nel Frignano (Modena) per il centodecimo anniversario dell’Aero Club d’Italia.
Nel frattempo l’Aviazione Marittima Italiana è impegnata nelle fasi finali dei test di volo con idrovolanti in alcune isole greche relativi al progetto europeo Interreg Greece–Italy “SWAN” (Sustainable Water Aerodrome Network), che vede coinvolti comuni e enti di Grecia e Italia in vista dell’attivazione di collegamenti idroturistici tra la Puglia e alcune isole greche. Partecipano al progetto i comuni pugliesi di Nardò e Gallipoli e l’Autorità portuale di Taranto, mentre da parte greca si sono candidate le isole di Corfù, Paxos, Erikusa, Matraki e Othoni.