Buone notizie. Oggi, dopo quasi dieci anni di interruzione, i trentuno chilometri della ’ferrovia subappenninica italica’ che collegano Fabriano e Pergola sono nuovamente operativi. Si parte con un treno storico partenza da Ancona a Fabriano e tappe poi a Sassoferrato e Pergola, con arrivo in tarda mattinata. Per ora sono previsti solo tre viaggi, oltre a quello odierno: il 3 e il 24 ottobre. “Si tratta dell’undicesima riapertura realizzata dalla fondazione Ferrovie dello Stato italiane – ha detto l’ottimo direttore generale Luigi Cantamessa Armati – Non un’operazione nostalgia verso una vecchia linea, ma un’occasione per rilanciare l’economia del territorio, con gli introiti derivati dal turismo che superano di gran lunga quelli del trasporto pubblico ordinario”. “Queste ferrovie – continua il direttore – ricamano il territorio italiano e ora anche quello marchigiano ed è stata proprio l’amministrazione delle Marche a rivolgersi alla fondazione, un caso unico”.
“La riapertura della tratta – commenta l’assessore regionale alle infrastrutture Francesco Baldelli – rispecchia la scelta dell’amministrazione di puntare sulla mobilità ferroviaria, sicura e sostenibile, in linea con le direttive dell’Unione Europea” che punta nei prossimi anni a incrementare il trasporto su rotaia.
“La Fabriano-Pergola fa parte di un progetto più ampio di miglioramento della rete ferroviaria marchigiana, che riguarderà anche il raddoppiamento della Orte-Falconara e un’intesa per l’alta velocità lungo la dorsale adriatica, fra Bologna e Lecce, d’intesa con le altre regioni”. In attesa che questi cantieri partano, la Regione punta sulla promozione delle bellezze della Valle del Cesano: da Fabriano a Sassoferrato, con la miniera di zolfo di Cabernardi, fino a Pergola (in provincia di Pesaro e Urbino), con i bronzi dorati ritrovati a Cartoceto. Un’iniziativa, insomma, che punta a destagionalizzare il turismo nella regione.
Nel frattempo proseguono i lavori, come ricorda il direttore operativo territoriale di Rete ferroviaria italiana Nicola D’Alessandro: “Dopo i primi sopralluoghi di metà giugno abbiamo lavorato a tempo di record per la pulizia della strada ferrata, il consolidamento e la verifica di ponti e gallerie e il restauro delle stazioni”. Una spesa di più di 3 milioni di euro, che dovrà essere integrata da un investimento ancora più consistente per automatizzare la tratta, a partire dai passaggi a livello (fra i 12 e i 14 milioni): in questo modo la linea sarà aperta definitivamente al trasporto locale, diventando una risorsa stabile per la Regione.