Sul confine orientale il passato fatica a passare anche a causa degli ottusi guardiani di una memoria selettiva e faziosa. Per fortuna c’è chi spariglia carte e steccati. Come in questo caso. Dopo la discussione animata nel Consiglio comunale di Trieste sulla cittadinanza onoraria a Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, oggi l’assessore regionale Fabio Scoccimarro (esponente di Fratelli d’Italia) ha proposto di dare il riconoscimento – oltreché alla Segre – anche alla donna simbolo dell’esodo giuliano e del Giorno del Ricordo: la 78enne polesana Egea Haffner, la bimba fotografata con la sua valigetta mentre lasciava per sempre Pola nel 1947.
Un’ottima idea che rilanciamo volentieri.

Dopo la caduta del “muro di Berlino” (1989) e la conseguente disintegrazione della Jugoslavia “non allineata” di Tito, l’Italia avrebbe dovuto immediatamente riportare i confini nazionali orientali nei limiti precedenti alla II guerra mondiale, ma la pavidità piccina, plebea, piccolo borghese italiota ha vanificato così quanto di efficace e di incisivo era stato fatto contro il comunismo sino ad allora in forza alla NATO-OTAN. L’U.R.S.S. crollava infatti alla vigilia di Natale del 1991.