Al premier turco Erdogan Twitter non piace. In difficoltà in vista delle elezioni locali del 30 marzo, il primo ministro ha deciso di oscurare twitter nell’intero paese, dove già you tube è sottoposto a limitazioni.
“Sradicheremo twitter. Non mi interessa cosa dice la comunità internazionale,” ha dichiarato un furibondo Erdogan. Il pretesto è il mancato rispetto da parte della piattaforma online degli ordini di rimozione di alcuni link, ma il problema è più delicato. In questi mesi turbolenti twitter è divenuto uno dei principali vettori di comunicazione dello schieramento d’opposizione turco.
Contro il divieto si sono espressi il il partito d’opposizione CHP e lo stesso il presidente Abdullah Gul, dello stesso partito AKP, direttamente (beffa tra le beffe) con un tweet. Gli utenti hanno già iniziato ad aggirare il bando passando da server esteri.
Due mesi fa, la Turchia ha approvato ulteriori misure restrittive rispetto alla libertà di espressione online, ed Erdogan aveva accusato una “lobby robot” di attaccare il governo via twitter e preparare l’ennesimo un complotto contro la sua persona. Un modo, secondo l’opposizione, di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica sulla serie di pesanti scandali che hanno coinvolto direttamente il premier e la sua famiglia.