• Home
  • Cos’è Destra.it
  • La redazione
  • Newsletter
  • Contattaci
lunedì 15 Agosto 2022
  • Login
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Newsletter
Destra.it
SOSTIENICI
  • Pòlis
  • Il Punto
  • Società & Tendenze
  • Economia
  • Europae
  • Estera
  • Mondi
  • Libri & Liberi
  • Altre
    • Terra Madre
    • Multimedia
    • Arte&Artisti
    • Televisionando
    • Appunti di viaggio
    • Al Muro del Tempo
    • Rassegna Stampa
  • Pòlis
  • Il Punto
  • Società & Tendenze
  • Economia
  • Europae
  • Estera
  • Mondi
  • Libri & Liberi
  • Altre
    • Terra Madre
    • Multimedia
    • Arte&Artisti
    • Televisionando
    • Appunti di viaggio
    • Al Muro del Tempo
    • Rassegna Stampa
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Destra.it
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Home Penna Pellicola Palco

Tutti dicono che sono un bastardo: la vita di Charles Bukowski fuori dal recinto

di Francesco Marotta
10 Aprile 2014
in Penna Pellicola Palco
0
       

Ultimamente capita spesso. Parliamo di quel vuoto in cui le idee fanno a pugni coi pensieri e ammucchiandosi, formano un’energie inespressa che attende solo una scintilla. Leggere, quando neppure se ne ha voglia e quando il mucchio di nuove uscite, fermo ai box della libreria domestica, abituata com’è ad essere al centro dell’attenzione, rivendica un libro in particolare. Una biografia di uno degli autori che più si è amati in gioventù e che, a prima vista, pare l’ennesima sulla vita di Charles Bukowski. A questo punto è inutile sforzarsi. Qualsiasi intento lavorativo e l’approfondimento di più passioni, possono attendere. Solo per qualche giorno, relegandoli nel sottoscala e riacutizzando un interesse in particolare: il conflitto che intercorre tra due strumenti, una tastiera e un e-book mai usati ed ancora impacchettati, al fianco dei libri di lunga data sull’autore in questione. Eppure, nella vita bisogna pure scegliere. Meglio la vecchia lotta della carta e dell’inchiostro e la lettura di un nuovo libro in carta e copertina, duri a morire ? Hanno vinto la carta e “l’inchiostro” simbolici versati dalla biografia scritta da Roberto Alfatti Appetiti. E’ quanto di più autentico abbia mai macchiato i polpastrelli. Sempre che qualcuno abbia ancora da ridire su una certa sensibilità nel complicarsi la vita. Piacevolmente.

Tutti dicono che sono un bastardo, vita di Charles Bukowski (Bietti, pp. 332, euro 1900), di Roberto Alfatti Appetiti è una biografia singolare. Forse, una delle poche dove il personaggio principale non viene sezionato e ricomposto a seconda della libidine immaginata dal lettore. Quel vuoto che fa a pugni coi pensieri, è materialmente visibile nella vita e nelle opere di un americano atipico e, in quel personaggio di fantasia, presente in quasi tutte le opere bukowschiane a partire da Panino al prosciutto, Post Office, Storie di ordinaria follia, Taccuino di un vecchio sporcaccione e Pulp. Qualcuno direbbe che ci voleva un giornalista e saggista dall’animo corsaro, quale è Alfatti Appetiti, per dar voce alla sfacciataggine irriverente di “Buk”, dimenticandosi momentaneamente del suo alterego Henry “Hank” Chinaski ? Non proprio. Caso mai, e qui sta la bravura dell’autore, una conferma e la ricerca, perfettamente riuscita, del subconscio di un uomo, riuscendo ad anteporre il ripristino delle parti in una narrazione informale; condita dalle celebri frasi ad effetto di Bukowski, stanco e per nulla felice di farsi sottoporre ad un ulteriore maquillage post mortem: principalmente da quei rimasugli dell’anticonformismo salottiero e dai cenacoli letterari degli eredi della Beat Generation. Salvo, come in questa eccezione, (una rarità assoluta) riprendendosi le sue vesti ed eludendo ogni interpretazione sommaria proveniente da un suo racconto. Discorrendo questa volta in prima persona.

 

La strada che ha attraversato la vita di “Buk” non è la stessa narrata nel romanzo autobiografico di Jack Kerouac Sulla Strada. Piuttosto, è un continuo spostarsi da una costa all’altra degli Stati Uniti, scandendo l’esigenza di un viaggio fittizio che nel corso degli anni, fu spesso erroneamente compreso come l’evoluzione in crescendo di una cultura intrinseca dei migratori. Il poeta e scrittore statunitense di origini tedesche, sin dalla giovane età, era invece propenso ad includere nelle sue esperienze dalle situazioni borderline, quello straordinario avvicendamento dei rapporti tra l’uomo e il tempo, conscio dell’esigenza di dover essere in costante movimento. Se non altro, a suo modo, analizzando una “panoramica del mondo” e la sua condizione da candidato dalle scarse probabilità di vittoria e di arrivare nella vita, sbirciando però, spesso e volentieri l’inesorabile trascorrere di una clessidra a polvere ed una certezza: nulla conta più del tempo a propria disposizione. Nelle pagine scritte da Roberto Alfatti Appetiti e nella sua relazione interpersonale con Bukowski, emerge quella voglia di non concedersi ai quei sistemi di vivere il tempo che hanno scandito il corso della civiltà attuale. Facendo entrambi il verso Al libro dell’orologio a polvere di Ernst Jünger e alla regolarità garantita da un’occupazione di un impiego ordinario ma non certo il loro, assieme, intraprendono “una fuga ma non dalla realtà, piuttosto nella realtà”. Avvicendandosi amaramente nei meandri di una società che vede “Buk” alle prese con lavori saltuari, affitti non pagati, puttane, sbornie moleste e la promiscuità del sogno occidentale; analizzando quella irrealtà del vivere la propria vita con pienezza, assorti come siamo in lavori che non sono il nostro, consumando avidamente quello che non ci occorre, per poi essere gettati via solo alla nascita di una “nuova” generazione.

 

Una repulsione viscerale che si allinea ad un sistema e ad un mondo accademico pieno zeppo di vitalità (morte) in una società di cadaveri questuanti? Tale, nonostante tutto, da permettere al protagonista della biografia di rendere omaggio al suo maestro John Fante e all’autore, di addentrarsi nelle valutazioni positive e nella successiva repulsione dimostrata da Bukowski nei confronti di Hemingway; a più tappe con giudizi cinici ma realisticamente condivisibili, togliendo ogni dubbio sull’alone politico (delle masse, Destra e Sinistra) che in buona parte ha distrutto letteralmente alcuni mostri sacri della letteratura contemporanea quali Céline, Hamsun e Pound. A tal proposito “Buk”, non ha peli sulla lingua: «generalmente, negli uomini intelligenti c’e’ la tendenza a non credere in quello in cui crede la maggioranza delle masse, e la maggior parte delle volte questo li pone vicino all’obbiettivo, altre volte finiscono con il culo per terra, specialmente nella scena politica dove i vincitori ordinano quale sia la fazione giusta». Come non ritrovarsi nelle parole di uno scrittore che in vita e, anni dopo la sua morte, è sempre stato circondato da pappagalli ed emuli alla continua ricerca di una frase riuscita quanto le sue ? Piace pensare che persino durante il calvario della sua malattia durato sino al 9 marzo del 1994, possa aver pensato, fregandosene nietzschianamente, “meglio esser pazzo per conto proprio, anziché savio secondo la volontà altrui.”

 

Chiedetelo a un romano classe 1967 che dei soliti cliché ne ha fatto articoli taglienti. Se possibile, quando riuscite a staccare le dita da un’autobiografia scritta con stile. Non preoccupatevi, Bukowski era intenzionato prima o poi a scriverla da se. Ironia della sorte, gli è toccato fare i conti con un “matto” come lui. Una delle sue poche scommesse vinte e senza neppure dover puntare su un quadrupede. Chissà se da lassù se ne è mai reso conto.

 

 

 

 

Roberto Alfatti Appetiti

 

Tutti dicono che sono un bastardo, vita di Charles Bukowski

 

Edizioni Bietti, marzo 2014

 

Ppgg. 300 – € 19.00

Tags: Beat generationBietti editoreCharles BukowskiErnst HemingwayErnst JungerJohn FanteletteraturaRoberto Alfatti Appetiti
Articolo precedente

Corsaro: “Anche sul Senato Renzi scimmiotta le riforme che il PD aveva affossato”

Prossimo articolo

In edicola il nuovo numero di Storia in Rete. Con un dossier sui Templari e un’intervista “incandescente” con Pansa

Francesco Marotta

Correlati Articoli

I grandi scrittori? Tutti di destra. La provocazione di Giovanni Raboni vent’anni dopo diventa un libro
Home

I grandi scrittori? Tutti di destra. La provocazione di Giovanni Raboni vent’anni dopo diventa un libro

di Mario Bozzi Sentieri
10 Luglio 2022
0

Il 27 marzo 2002, un ventennio fa, per molti passato invano, sul “Corriere della sera”, Giovanni Raboni pubblicava l’articolo I...

Leggi tutto
Sicilitudine/ Leonardo Sciascia, testimonianze sparse

Sicilitudine/ Leonardo Sciascia, testimonianze sparse

19 Giugno 2022
Arriva “Anime tormentate”, il nuovo romanzo di Cesare Ferri. Il nostro incontro con l’autore

Arriva “Anime tormentate”, il nuovo romanzo di Cesare Ferri. Il nostro incontro con l’autore

20 Maggio 2022
Piccole riflessioni sulla felicità

Piccole riflessioni sulla felicità

24 Aprile 2022
Carica altro
Prossimo articolo

In edicola il nuovo numero di Storia in Rete. Con un dossier sui Templari e un'intervista "incandescente" con Pansa

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ultimi articoli

Britpop/ Dal Galles gli Stereophonics continuano a stupire

Britpop/ Dal Galles gli Stereophonics continuano a stupire

13 Agosto 2022
Questa volta il centrodestra non dimentichi la cultura e la bellezza. L’appello di Sgarbi e Giubilei

Questa volta il centrodestra non dimentichi la cultura e la bellezza. L’appello di Sgarbi e Giubilei

13 Agosto 2022
Per sempre futurista. Tullio Crali in mostra a Monfalcone

Per sempre futurista. Tullio Crali in mostra a Monfalcone

9 Agosto 2022
Fevvagosto antifascista a Capalbio

Fevvagosto antifascista a Capalbio

9 Agosto 2022

Tag

Africa Berlusconi centrodestra Chiesa cattolica Cina cinema comunismo coronavirus Donald Trump economia elezioni Europa fascismo forze armate Francia Fratelli d'Italia geopolitica Germania Giorgia Meloni Gran Bretagna guerre immigrazione clandestina ISIS Islam lavoro Libia Mare Marine Le Pen Matteo Renzi Matteo Salvini Mediterraneo Milano Partito Democratico petrolio Roma Russia Siria sovranità nazionale storia terrorismo trasporti Turchia Unione Europea USA Vladimir Putin
Facebook Twitter

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Destra.it per restare continuamente aggiornato.
Ti segnaleremo novità, eventi ed accadimenti più interessanti!

Menu

  • Home
  • Cos’è Destra.it
  • La redazione
  • Newsletter
  • Contattaci

Destra.it

Un giornale telematico che raccoglie le idee, i contenuti, i confronti della comunità umana e intellettuale della destra europea, moderna, nazionale e sociale. Rappresenta l’accesso alla rete e la piattaforma di dibattito di chiunque, provenendo o aderendo a un lungo percorso storico, si riconosca in quei valori culturali e ideali su cui si è sedimentato nei secoli il pensiero di destra.

© 2021 - Destra.it periodico online indipendente; Registrazione Tribunale di Milano n. 30 del 9/2/2021; Sede: Viale Papiniano, 38 Milano.

Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Home
  • Chi siamo
  • La Redazione di Destra.it
  • Newsletter
  • Contattaci
  • Categorie
    • Pòlis
    • Il punto
    • Europae
    • Mondi
    • Estera
    • Guerre e pace
    • Economia
    • Levante
    • Libri&LIBERI
    • Arte&Artisti
    • Multimedia
    • Facite Ammuina
    • Al Muro del Tempo
    • Appunti di viaggio
    • Rassegna Stampa

© 2021 - Destra.it periodico online indipendente; Registrazione Tribunale di Milano n. 30 del 9/2/2021; Sede: Viale Papiniano, 38 Milano.

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In