Non c’è solo Beppe Grillo, nel tritacarne dei “falsi account” su Twitter: secondo Marco Camisani Calzolari, il docente dello Iulm che ha smascherato l’esistenza di finti followers “tarocchi”, situazioni analoghe coinvolgerebbero anche Antonio Di Pietro, Nichi Vendola e Pier Luigi Bersani. Tutti e tre – in quest’ordine – sono finiti ai primi posti della classifica degli account Twitter con più utenti presumibilmente falsi (ovvero Bot, follower generati da un computer). A rivelarlo è una ricerca condotta su soggetti e personaggi politici italiani dalla Digital Evaluations di Marco Camisani Calzolari disponibile sul sito della società con base a Londra.
L’ANALISI – Oltre al fondatore del Movimento Cinque Stelle, sono stati presi in esame i profili dei più importanti politici italiani e passati al setaccio per verificare se siano realmente così seguiti o meno. Se in parte viene ridimensionato il j’accuse a Grillo (che dal report vanta un numero di Bot più basso, pari al 43,19% anzichè il 54%), il comico è seguito da Antonio Di Pietro con il 33% di fake, Nichi Vendola (31,61%) e Pierlugi Bersani (31%). Manca l’ex premier Silvio Berlusconi, perchè non usa Twitter.
IL METODO – E’ noto che esistono società che vendono “pacchetti” con centinaia di finti followers, dal momento che oggi è considerato un must avere numerosi seguaci su Twitter. Camisani Calzolari ha elaborato un software, basato su un algoritmo capace di smascherare questo trucchetto. A ogni account vengono assegnati punteggi di comportamento umano e “robotico” in base alla presenza in rete, la scrittura di posto o commenti, l’accesso a internet via telefono. Sulla base di un campione di 20mila utenti presi a caso tra i seguaci dei politici, viene così stimata una proiezione dei fake complessivi. Alla luce delle polemiche, le maglie del programma sono state ristrette. Il risultato, però, non è sostanzialmente cambiato: «Una certa percentuale di spam, diciamo del 10-20%, è fisiologica» avverte Camisani.