L’annuncio del ministero della Difesa russo dell’inizio della fase 2 della campagna militare in Ucraina, con tanto di indicazione dei nuovi obiettivi prioritari, ha sorpreso solo gli osservatori più distratti. Da giorni, infatti, è evidente come lo sforzo principale russo sia concentrato ad est del Dnper e lungo la costa del Mar d’Azov e del Mar Nero, nell’evidente tentativo non solo di occupare/liberare il territorio di Donetsk e Lugansk, ma anche di garantire un solido collegamento terrestre tra la Crimea e le due repubbliche indipendentiste. Con un occhio alla possibile nascita della Novorussia, entità che comprenderebbe non solo le due repubbliche separatiste, ma anche gli oblast di Kherson e Zaporizhia e, magari, Odessa.
Fallito il colpo di mano su Kiev nelle prime 72 ore – nessun crollo del governo Zelensky, ipotesi evidentemente fondata su informazioni inattendibili – è parso evidente come l’assedio alla capitale ucraina servisse solo a trattenere su quel fronte parte delle migliori forze nemiche. Questo, ovviamente, non significa che intorno a Kiev non si combatta duramente, ma non è certo quello il fronte principale.
Izyum, il Donbass, Mariupol: questi al momento i settori caldi ad est del Dnper. A Izyum più fonti confermano le difficoltà degli ucraini, con i russi che continuano nella loro lenta avanzata. Sarebbe in arrivo anche un brigata di Fanteria di Marina per sostenere la prossima avanzata. Un cedimento ucraino in questo settore consentirebbe l’aggiramento delle truppe schierate lungo le linee fortificate ad ovest di Donetsk e Lugansk, linee già sottoposte a dura pressione da parte delle truppe russe e indipendentiste e “bucate” in più di un punto. In questo settore da giorni è in atto una lenta, ma costante avanzata delle milizie di Donetsk e Lugansk sostenute dai russi. I separatisti, nelle ultime ore, starebbero avanzando nello strategico centro di Marinka.
Aumenta la pressione russa anche in direzione di Kramatorsk. A Sud è a Mariupol che si combatte lo scontro più duro: secondo molti osservatori la resistenza dei difensori ucraini – in particolare dei reparti ultranazionalisti – sarebbe ormai al limite. Del resto i russi/indipendentisti sarebbero sul punto di tagliare in due quel che resta dei quartieri ancora in mano ai difensori. Chiusa la partita a Mariupol, le truppe resesi disponibili potrebbero essere impiegate per alimentare l’offensiva in Donbass e/o nella regione di Zaporizhia.
La situazione sul campo si riflette, ovviamente, sulle trattive in corso. L’incontro tra le delegazioni russa ed ucraina ad Istanbul di oggi avrebbe segnato qualche progresso: data per assodata la neutralità ucraina, sembra venuta meno l’intransigenza di Kiev rispetto al principio dell’integrità territoriale, con il futuro della Crimea e del Donbass che dovrebbe essere oggetto di un negoziato separato. Via libera dalla Russia ad una futura adesione dell’Ucraina all’Unione Europea. Domani dovrebbe svolgersi un’ulteriore tornata di colloqui.
Nella foto: Situazione a Mariupol ad oggi: ulteriore avanzata di russi/indipendentisti (in rosso)