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Ucraina 2/ Il crimine della guerra e l’ipocrisia delle “anime belle”

di Maurizio Bianconi
26 Febbraio 2022
in Home, Pòlis
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Ucraina 2/ Il crimine della guerra e l’ipocrisia delle “anime belle”
       

La fa contro un esercito debole, un paese inerme, che gli è stato messo contro a proposito e che oggi gli istigatori hanno lasciato solo alla mercé delle brutalità del nemico. Perfino “sleepy” Biden, non poteva ignorare che a forza di insistere così a fondo sull’ammissione dell’Ucraina alla Nato e all’Ue si sarebbe dato corso a atti di guerra.

Tanto più che ormai la Russia è stretta in una realtà vissuta come una minaccia dal momento che, come ricorda un noto corrispondente di guerra, famoso per la sua obiettività e il suo coraggio, “ai confini della Russia si sono aperte sedi Nato, come fossero ‘ caffetterie’.” Neppure dei minus habens avrebbero potuto pensare che la brutalità conclamata di un dittatore di fatto come Putin, ex KGB, avrebbe considerato come un delitto etico, anziché un dovere patriottico aggredire, uccidere per difendere la Russia dal preteso accerchiamento occidentale.

Chi approvasse la mostruosità delle azioni di Putin sarebbe indegno di esser parte della convivenza civile. Ma chi non condannasse la rozza tecnica americana e della NATO di spingere la Russia a atti fuori controllo sarebbe complice di questo gioco al massacro. Gioco che da decenni insanguina il pianeta per interessi che chi chiama oscuri, lo fa soltanto per pudore.

Le disavventure occidentali nel pianeta di questi ultimi tre decenni hanno tutte lo stesso denominatore della situazione ucraina. Il mondo è sempre più in balia del mostro finanziarista e dei mostri suoi concorrenti Cina e Russia, oggi vicine come mai. Mentre l’Ue dimostra la sua sudditanza alla postdemocrazia finanziaria e l’assenza di una politica estera, i singoli paesi europei occidentali pagheranno le conseguenze di questa lotta fra politiche di dominio. L’Italia più di altri.

Mentre gli ucraini sono soli sotto il fuoco, le parole di condanna e di solidarietà dei complici di fatto dei loro carnefici, anche nostrani sono quanto di più farisaico si potesse mettere in campo. La vergogna poi è al diapason quando si argomenta che il contrasto all’invasione saranno le sanzioni che vengono definite con improntitudine menzognera, ‘armi vincenti’. Sanzioni che — si dice — non varranno per le fonti energetiche. Intanto però si preannuncia la riapertura delle centrali a carbone e la ripresa delle trivellazioni, senza che nessuno si chieda se la green economy e l’abuso di ‘resilienza’ non siano che l’ennesimo dispendioso flop in arrivo.

È pur vero che il finanziarismo postdemocratico necessita più del capitalismo tradizionale di un nemico totalizzante. Nemico che costringa i cittadini a passare sopra a molte storture, a non guardare per il sottile quando si sacrificano diritti, si compie tutto il peggio per i propri non lodevoli scopi, ma dichiarando di agire in nome di democrazia e libertà e della lotta al mostro.

Ma oggi la guerra è troppo vicina per non denunciare i gesuitismi di un mondo che a forza di mistificazioni dopo il benessere, rischia di toglierci o farci togliere il minimo residuo di libertà e perfino la vita. Di fronte all’assenza di critica da parte di tutte le forze politiche nazionali, ogni italiano avrebbe il dovere civile di farsi sentire. Forte e chiaro.

Tags: guerreJoe BidenNATORussiaUcrainaVladimir Putin
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