Al Castello di Udine una bella mostra racconta La “Grande Guerra” italiana ed mondiale. Un lungo ed emozionante racconto su carta, attraverso immagini e parole, per capire quei terribili anni. Oltre 5600 fascicoli di riviste e monografie d’epoca, raccolte pazientemente negli anni dal dottor Luxardo, un collezionista d’eccezione.
Un giacimento artistico e culturale importante, ora patrimonio dei Civici Musei Udinesi, che raccoglie gran parte della produzione editoriale del conflitto: pubblicazioni ufficiali, strumenti di propaganda dei vari Governi e Comandi, ma anche e soprattutto ciò, con l’uso del ciclostile (all’epoca si chiamava velocigrafo), si scriveva e stampava – in presa diretta – in prima linea. Nelle trincee. Sulla linea del fuoco.
Sul fronte italiano il merito fu principalmente del “Servizio Propaganda”, costituito da Armando Diaz dopo la rotta di Caporetto, uno dei momenti più tragici (ma, certamente, molto meno infamante dell’otto settembre ’43, la “morte della Patria”) della nostra storia unitaria. Da qui le riviste di trincea: un successo editoriale e un’idea vincente. Alla fine della guerra, solo in Italia, se ne conteranno quasi un centinaio, e nei soli ultimi mesi del conflitto il numero dei materiali cartacei scambiati al fronte, sganciati sulle linee nemiche o diffusi all’interno del Paese raggiunse l’iperbolica cifra di 62 milioni di pezzi fra riviste, cartoline, manifesti, bollettini.
Una vera e propria offensiva di carta che motiverà nuovamente i veterani, convincerà i giovanissimi (la classe del ’99) e compatterà l’intera Nazione. Il miracolo del Piave. Nel “Servizio Propaganda” militarono giovani intellettuali, scrittori, giornalisti, editorialisti e “matite” più o meno famose come Mario Sironi, Giorgio De Chirico, Ardengo Soffici, Carlo Carrà, Umberto Bunelleschi, Antonio Rubino, Aldo Mazza, Filiberto Scarpelli, Bruno Angoletta. Il meglio della giovane Italia combattente.
Accanto alle testimonianze del tempo vi è poi una sezione dedicata ad illustratori contemporanei come Hugo Pratt e il suo (“nostro”) Corto Maltese, per l’occasione in abbinata con il “barone rosso”, lo sfortunato asso dell’aviazione tedesca . Una scelta originale e decisamente coinvolgente.
UN’OFFENSIVA DI CARTA
La Grande Guerra illustrata,dallla Collezione Luxardo al fumetto contemporaneo