Quello che sfugge in questa fase europea è l’obiettivo finale delle politiche messe in atto. Ogni volta si parla di metodi, strumenti, ma mai dello scopo finale di una precisa politica e la visione del “dopo”. Si pensi al caso Russia. Fino a questo momento l’Ue ha deciso l’embargo agli idrocarburi russi e ha sostenuto l’Ucraina nella resistenza all’invasione (più politicamente che militarmente va detto). Ma dopo cosa si vuole fare? Appurato che il ritiro di Putin da Crimea e Donbass è un’ipotesi più accademica che realistica visto il peso enorme e definitivo di questa guerra per la sua leadership, cosa vogliamo?
Perché dagli Stati Uniti mi sembra abbastanza semplice aspettarsi quello che sta accadendo: pieno appoggio a Kiev per impantanare Mosca, sganciare l’Ue dalla dipendenza russa e rafforzare l’alleanza atlantica di fronte a un nemico a oriente. Di base, a Washington va bene così: la Russia può perdere, che sia ora o tra dieci anni, ma sarà Washington a decidere come, quando e anche “se”, perché non è scontato.
Ma l’Europa ha idea di cosa vuole? A me sembra che si applichino strumenti senza però ammettere in modo lucido cosa si vuole ottenere in definitiva da tutto questo. La sconfitta russa? Un accordo? La riconquista da parte ucraina di Donetsk, Luhanks, Crimea ecc? La frantumazione di Mosca? Un compromesso al ribasso? Vedere fin dove resiste?
Quindi mi chiedo: dire “sosteniamo l’Ucraina fino a quando sarà necessario” è un modo di dire “vogliamo la totale sconfitta russa” o dobbiamo pensare che ci sia una prospettiva diversa? Perché non c’è mai un chiarimento a lungo termine: mi sembra un meccanismo tattico, ma mai strategico