Lasciamo da parte i viaggi propagandistici e l’”ultima cena” fatta con il presidente americano di imminente scadenza, conferma purtroppo dell’inguaribile ed avvilente asservimento del meschinello e dell’Italia “laica, democratica ed antifascista” agli USA. Lasciamo da parte il “foglio d’ordine” fabbricato nell’officina di Arcore e, da resuscitata soggezione, accettato da Salvini e dalla Meloni (ahi, quel consenso al “vero federalismo” disgregante ed innaturale per una vera destra!).
E’ invece l’ora di affrontare un altro argomento, già evidenziato, in cui il governo tende a minare non solo le radici, cosa da tempo fatta e non solo dall’attuale gabinetto, ma anche la struttura tutta delle Università sempre più avvilite, svuotate, disanimate, deitalianizzate ed assoggettate a sistemi estranei.
Il numero più recente del bollettino dell’ANDU (Associazione Nazionale Docenti Universitari) con una nota dal titolo “Il commissariamento dell’Università” ha analizzato il progetto in corso di elaborazione (non certo a viale Trastevere), di cui trapelano sostanziosi accenni anticipatori.
Del resto questa della gestione autoritaria è una linea caratteristica del governo, consacrata nell’espressione più eclatante con i “voti di fiducia”, che hanno calpestato i liberi dibattiti nelle due Camere, e destinata ad esplodere, come vero regime falsamente ed ipocritamente liberale, in caso di successo referendario del “sì”.
Due sono i passaggi posti in risalto. “Con il pretesto di rimediare alle gravi distorsioni prodotte dal sistema di formazione, reclutamento e avanzamento dei docenti universitari – si rileva in apertura – la lobby nazionale accademico – confindustriale, che da decenni detta legge sull’Università [avvilendole a vantaggio delle proprie], introduce ora la chiamata diretta di 500 “suoi” “superprofessori””.
Scendiamo ora in ulteriori dettagli riguardanti dapprima l’Anvur . Essa è uno strumento concepito da un gruppo intitolato a Luigi Berlinguer, un nome tra i più nefasti, nel febbraio 2006, con il varo di una “Agenzia”, incaricata di effettuare periodiche valutazioni dei singoli docenti e dell’attività didattica e di ricerca, con la previsione che “solo sulla base di questa corretta valutazione [?????], si stabiliscano ruoli, incarichi, avanzamenti di carriera”, cioè l’arbitrio elevato a modello. L’ANVUR è stata introdotta ed ha iniziato a spadroneggiare senza che la Moratti Brighetto Arnaboldi e principalmente la Gelmini avessero ragione e cognizione della devastante prepotenza dello strumento.
Altro nodo: “All’obiettivo dell’abolizione della libertà di ricerca e di insegnamento attraverso l’ANVUR, si sta aggiungendo quello della produzione diretta di “superprofessori” con commissioni scelte da chi controlla il Ministero, con la compartecipazione dell’ANVUR, che deciderà i vincitori”.
Per chiudere il cerchio “con il meccanismo previsto dal Governo si sostituisce alla cooptazione personale la cooptazione da parte dei “controllori” del Ministero”.
E Berlusconi, Salvini e la Meloni non si sono accorti della “lunga marcia”, iniziata con il Nazareno, dell’ennesimo pericolo incombente e guardano fissi unicamente ad una remuntada sempre più remota e utopistica, autentico fuoco fatuo, soprattutto se l’autocrate anziano continuerà a prospettare, dopo il successo del “no”, (Salvini e la Meloni ascoltino), l’approvazione corale, tutti insieme, (anche Sel e grillini?) di una “riforma vera, una riforma diversa”.