Tra poche ore il lavoro dell’Officina per l’Italia, il laboratorio politico-culturale lanciato da Giorgia Meloni dal palco di Atreju il 15 settembre e avviato ufficialmente un mese fa, sarà giunto al termine. Domenica 17 ci ritroveremo a Roma per presentare i materiali elaborati in queste settimane. È stato un lavoro serio ed approfondito, che ha visto la partecipazione di tante personalità della politica, della cultura, del mondo del lavoro.
Ridefinire il perimetro culturale della Destra (si, lo dico all’europea, Destra!) del futuro non era certo un compito facile, tanto più per una politica che, a destra come a sinistra, da molto tempo ha smesso di pensare e di rimodellare le proprie idee forza (ammesso che tutti ne abbiano almeno una) in un progetto per l’Italia.
In questi giorni vediamo da più parti fervere i preparativi per la riesumazione di vecchi simboli e vecchi nomi che, opportunamente imbellettati (non si sa poi bene da chi o da cosa), vorrebbero segnare il futuro del centrodestra. Persino da un pulpito di scarsa credibilità come quello di Gianfranco Fini si è levata la fin troppo facile critica: “aspettiamo di capire i contenuti”. E noi, che amiamo la bella politica, siamo voluti ripartire proprio dai contenuti anziché dai contenitori, dalla sostanza anziché dalla forma.
Identità, sovranità, libertà, crescita, solidarietà e verità sono le sei parole d’ordine che hanno animato settimane di dibattito intenso e sincero, tra persone dalle diverse provenienze ma che hanno in comune il grande sogno di restituire una Destra seria al nostro popolo. Non si può piacere a tutti e quindi magari non tutti aderiranno, ma la maggior parte si e con loro costruiremo la fase due di Fratelli d’Italia.
Lasciata alle nostre spalle l’epopea dei leader carismatici, la stagione in cui si votava per Berlusconi o per Fini, ora sempre di più dovremo dare spazio alle idee e possibilmente trovare qualche volto non troppo logorato per raccontarle agli italiani. Ne abbiamo uno, fresco e credibile, quello di Giorgia. Ne abbiamo tanti altri in giro per l’Italia che possono e devono crescere. È a loro, a questa Destra del futuro, a questa Destra senza scorie né recriminazioni né rancori, che sarebbe bello guardassero con generosità coloro che hanno fatto grande e poi troppo piccola la destra del passato.
Hai perfettamente ragione, mi auguro unicamente che i pensieri ed i programmi di Fratelli d’ Italia riescano ad avere adeguata pubblicità e raggiungono buona parte della popolazione, quella parte che oramai è solo esasperata e disperata e necessita di un pronto e deciso cambiamento.