In questi due anni di pandemia mi sono trovato in prima linea, spesso abbandonato da solo ad affrontare da medico di medicina generale, questa nuova malattia, senza indicazioni sicure da parte delle istituzioni. Il dilemma un anno fa era tra tenere aperto l’ambulatorio con il rischio di diffondere il virus o chiudere e lasciare soli i miei pazienti in balia del coronavirus. Ha vinto la seconda opzione, la fedeltà al giuramento di Ippocrate ha prevalso su ogni remora e nessuno si mai è infettato perché entrato nel mio studio. In compenso ho potuto curare molti pazienti con forme lievi o moderate evitando il pericoloso affollamento negli ospedali. Sono stato tra i primi a vaccinarsi in Italia convinto che fosse l’unica opzione di terapia possibile e deciso a dare un esempio come medico.
Fatte queste premesse non riesco a comprendere il clima che si è creato in Italia nella contrapposizione quasi ideologica tra i favorevoli al vaccino, visto quasi come un idolo intoccabile e gli scettici, subito bollati come “no vax”. Rivisitando lo scenario di tutti questo mesi ci sono molte cose che fanno riflettere e che andrebbero riconsiderate con maggiore criticità. La prima considerazione riguarda le cure domiciliari: perché ancora oggi il Ministero della Salute non le incoraggia ? Perché siamo fermi ancora al giurassico “tachipirina e vigile attesa “ quando si stanno sviluppando protocolli consolidati di terapie che salvano molte vite ed evitano ricoveri inutili e inopportuni? La promulgazione di protocolli di terapie ufficiali, tra l’altro poco costose, impedirebbe il ricorso alle cure fai da te , quelle veramente dannose; un famoso esponente “no vax” all’estero ha voluto curarsi da solo una volta infettato dal virus, ricorrendo ad integratori e vermifughi per terapie veterinarie, lasciandoci la pelle. Cosa impedisce di sviluppare le terapie domiciliari, una volta che i medici si sono vaccinati e corrono rischi minori di una volta ?
La seconda considerazione riguarda i vaccini: la Jansenn, come già scritto in altro articolo, sta elaborando un super vaccino che dovrebbe fronteggiare anche molte varianti ed essere sicuro in molti effetti collaterali; sarà pronto fra due anni perché questo è il periodo di tempo necessario perché un farmaco possa dare garanzie di sicurezza. Da ciò si desume che gli attuali vaccini sono stati autorizzati senza che avessero tutti i crismi della sicurezza d’uso: non si poteva fare altrimenti ma non vedo perché qualcuno non possa in tutta buona fede avere anche qualche dubbio sul loro utilizzo.
A metà luglio una mail della Pfizer avvertiva tutti i medici della possibilità di avere casi di miocardite o pericardite tra i vaccinati, più facilmente in cinquantenni maschi. Una simile segnalazione in altri casi avrebbe determinato la sospensione immediata del farmaco; qui per una questione di opportunità politica si è preferito soprassedere e far correre il rischio ai vaccinati, scegliendo il male minore. Però questa “spada di Damocle” ritengo metta difficilmente dalla parte del torto chi si trovasse a rifiutare il vaccino in una disputa legale.
Oggi una mail istituzionale riassumeva alcuni dati sulla vaccinazione che riportava 555 morti post vaccinazione; certamente un numero in percentuale molto basso rispetto al totale dei vaccinati, che sono milioni, ma non sottovalutabile. Tra un mese, quando l’autunno arriverà e le temperature si abbasseranno avremo un primo responso: se il numero dei contagiati salirà in modo sensibile l’attuale calma sul versante della pandemia sarà attribuibile, come l’anno scorso, ad una questione climatica. Se invece i numeri rimarranno bassi ciò significherà che la campagna vaccinale ha funzionato. Intanto in Israele, finora la prima della classe al mondo per tempestività e diffusione della vaccinazione, si sta ricorrendo alla terza dose per il ritorno dell’infezione.
Con tutte queste perplessità rimango nella convinzione che il vaccino sia tuttora l’arma migliore a disposizione contro la pandemia ma ritenere gli scettici dei pericolosi criminali, persone da ghettizzare, da escludere dal mondo della gente perbene, mi sembra più un sotterfugio politico ed ideologico per creare un nemico, per imporre una pressione da dittatura da “pensiero unico” che una vera preoccupazione sanitaria.
Anche per palese incompetenza, sospendo il giudizio sul vaccino: noto peraltro che un Premio Nobel della Medicina, Luc Montagnier, l’ha aspramente disapprovato. Moltissimi medici, sfidando la dittatura e le persecuzioni dell’Ordine, si sono dichiarati contrari. Cinquantamila operatori sanitari si sono rifiutati di farselo inoculare. Verranno sospesi, privati del diritto al lavoro, così come migliaia di insegnanti. A loro tutta la mia personale, affettuosa solidarietà. Riguardo ai vaccini, le statistiche sulle razioni avverse sono assai probabilmente falsate, soprattutto per quando riguarda i decessi, che sarebbero molti di più.
Ma sull’ignobile green pass voluto dalla feroce dittatura vaccinara non ho dubbi: è un provvedimento liberticida, criminale, subdolo. La sua estensione alle mamme, che non potranno più accompagnare i figli dentro scuola e parlare con i docenti, è semplicemente miserabile. E’ un terribile, mostruoso segno dei tempi.
Antonio de Felip
Domando cortesemente al dottor Pasquinucci di leggere con attenzione il seguente articolo, a mio avviso, estremamente importante perché chiarisce uno dei punti nodali della polemica contro questo sospetto accanimento vaccinista:
https://www.gospanews.net/2021/08/27/cure-covid-ignorate-denuncia-bomba-di-trinca-e-fusillo-ai-pm-farmaco-antisars-finanziato-ue-inutilizzato-in-pandemia/
Io penso che vaccinarsi dovrebbe essere una scelta anche se, in questo caso, non si parla certo né di anti-tetanica né di anti-tifica ma di qualcosa che è accaduta in maniera fin troppo strana per poter essere accettata sui classici “due piedi” e senza porsi domande. Soprattutto quando le alternative esistono da anni.
La CRIMINALIZZAZIONE dei non vaccinati paradossalmente deriva proprio dall’INEFFICACIA di questi vaccini. Non dagli effetti collaterali nè da quelli, assolutamente EVENTUALI, a lungo termine. L’immunità data da questi vaccini DURA 6 MESI come già ampiamente verificato in Israele e California. Non è di anni se sei forte, no assolutamente dopo 6 mesi la protezione è a zero, o quasi, per tutti. Quindi il vaccinato si trova in una condizione di debolezza e, nella maggior parte dei casi ha fatto il vaccino perchè è stato ricattato (mi sono vaccinato altrimenti non potevo andare in pizzeria) e non perchè si sia informato. Coi media è facile fargli credere che se si dovesse ammalare è colpa esclusiva del non vaccinato. Eppure se ti vaccini contro il morbillo puoi stare accanto a un MALATO di morbillo e NON ti ammali. Quindi basta la LOGICA per capire che se ti ammali è il vaccino ad essere inefficiente. Ma coi media puoi entrare nelle menti e SOTTERRARE anche la logica….