E’ trascorso ormai un anno da quando improvvisamente fummo travolti dalla epidemia di Covid-19. Come medico di famiglia mi trovai in prima linea, senza strumenti di difesa, senza sapere cosa fare, senza direttive precise. Ricordo ancora che il martedì, al secondo giorno di lockdown, un termine che imparammo allora, dopo essermi procurato una mascherina che mi aveva appena fornito il mio sindacato, fui chiamato a domicilio da un mio paziente ottantaseienne, colpito da una aritmia importante. Chiamai il 112, poi parlai al cellulare, usando quello del mio paziente, con la figlia, senza togliermi fortunatamente la mascherina, per informarla del prossimo ricovero. Mi ricordo che commentai che sì c’era il coronavirus, ma esistevano ancora tutte le altre patologie. Invece il sabato sera venni raggiunto da una telefonata della figlia che mi comunicò che il padre era morto per una polmonite bilaterale da covid-19.
Rimasi sconcertato e ovviamente dispiaciuto; a fatica tenni la notizia per me, perché non volevo creare angosce nella mia compagna, già in forte tensione psicologica per la situazione generale. Ma poi mi chiesi :” E ora che faccio ? Denuncio la cosa ? Debbo chiudere l’ambulatorio ? E se contagio qualcuno ? Ma se chiudo lo studio chi curerà i miei pazienti ? Vado a vivere in isolamento ? Ma chi sta accanto alla mia compagna in un momento così delicato ?” Decisi di attendere informazioni, convinto che la Ats mi avrebbe chiamato per informarmi del decesso e mi avrebbe dato istruzioni. Invece non accadde niente, trascorsero i quattordici giorni fatidici senza che insorgesse alcun sintomo di contagio; continuai la mia attività con tutte le precauzioni possibili, restando sempre in ottima salute. Quando mi sentivo già fuori pericolo mi trovai a visitare una paziente che poi si rivelò positiva, e poi un’altra ancora, e per nove mesi non trascorse settimana senza sapere di un contatto o di una visita ad un malato di coronavirus. Come si curavano i malati? Non c’erano protocolli, imparai a rivolgermi alla Rete, a confrontarmi con Whatsapp con i colleghi. Compresi che tenere a casa i pazienti quando non erano gravi era la soluzione migliore, feci acquistare il saturimetro a chiunque avesse una linea di febbre, piano piano individuai uno schema di terapia fai da te che si rivelò quasi sempre vincente; scoprii con sollievo che nessuno si era infettato nei pochi casi in cui era approdato nel mio studio.
Presi coraggio e andai anche a visitare a domicilio, in qualche caso tratto in inganno da tamponi rivelatisi poi falsamente negativi. Le notizie riportate da martellanti ed incessanti telegiornali intanto denunciavano l’alta mortalità tra i medici. Presi fiato durante l’estate, quando il virus sembrava effettivamente scomparso ma poi con ottobre ci fu la cosiddetta seconda ondata, in concomitanza con la ripresa delle scuole, l’uso dei mezzi pubblici con corse scandalosamente ridotte di numero e frequenza, le visite in ospedale di pazienti con patologie non importanti, le riunioni negli uffici senza precauzioni. Si dette la colpa ai ristoranti, ai bar, alle palestre perché era più comodo trovare untori fuori dal settore pubblico, nel privato.
Ed infine arrivarono i vaccini e cominciai a pensare che l’incubo potesse finire. Ho appena finito di effettuare la seconda dose del vaccino Pfizer, o come dice una mia paziente, il Piffer ! Mi hanno anche dato la spilletta con la primula, da esibire in giro. Ora sono arruolabile a vaccinare il prossimo e qui c’è da divertirsi.
La Ats, a Milano, ha appena inviato ai medici un comunicato per sondare quale vaccinazione sarebbero disposti ad effettuare : quella con il vaccino Pfizer da conservare a meno 70° , quella con il Moderna da tenere a meno 25° o quella con Astra Zeneca con un vaccino con criteri di conservazione uguali ad un normale antinfluenzale. La risposta è così ovvia, disponendo tutti solo di normali frigoriferi, che la domanda appare cretina. E’ come se uno andasse da un concessionario di automobili per comprarne una e il venditore gli proponesse di scegliere tra una formula 1, un carro-armato ed una utilitaria.
E mentre i medici di famiglia sono stati coinvolti in questo sondaggio farsa, giornali e tv hanno fatto a gara ad informare la gente che da metà febbraio medici e farmacisti avrebbero effettuato le prenotazioni per i pazienti over 80 nelle proprie sedi: peccato che nessuno ne sappia niente, che nessuno sia stato interpellato. E’ come se un vostro conoscente invitasse a vostra insaputa, a casa vostra, una ventina di amici, indicando anche il menu, per una cena; e poi gli amici vi chiamassero tutti, insistentemente, per sapere a che ora venire.
Se poi il paziente over 80 vi farà la grazia di non interpellarvi, avrà la possibilità di inoltrare la domanda online: ve li vedete i novantenni alle prese con il computer, applicando una “app”, magari dovendo dare un “account”, una “password”, e via dicendo?
Il sindacato medico Snami precisa, nell’ultima newsletter, che “NESSUNO SA SE E COME SAREMO COINVOLTI NELLA CAMPAGNA VACCINALE!” Ma quando finalmente sarà chiarito come collaborare tra tutti, sorgerà un altro problema. Se i medici dovessero custodire nei propri frigoriferi i vaccini Astra Zeneca, chi garantisce che merce tanto preziosa non diventi oggetto di interesse da parte della malavita organizzata? Se si arriva al punto che i vaccini debbono essere scortati da pattuglie militari per approdare negli ospedali, accedere di nascosto in un normale studio medico e sottrarre un centinaio e più di fiale non dovrebbe costituire una particolare difficoltà per qualsiasi ladruncolo interessato a venderle al mercato nero.
Intanto mentre si chiariranno le posizioni ed i compiti delle istituzioni e degli esecutori sanitari, i medici potranno vaccinare con gli aghi costosissimi voluti da Arcuri, che ha spiegato la sua scelta affermando che i suoi sono più “performanti”. Ma mi faccia il piacere! Da che mondo e mondo gli aghi sono aghi e più di pungere non possono fare. E che dire delle inutili primule da 400mila euro l’una? Stiamo in guardia.
Perché i vaccini sono acquistabili sul mercato e invece mancano nel programma “governativo” ? Attendo che il governo dei “migliori” risolva l’arcano ma se qualcuno vuole anticiparmi la risposta ve ne sarei grato.