Gli Stati Uniti hanno aperto a sorpresa le riserve strategiche di petrolio, annunciando la vendita di 5 milioni di barili. Ufficialmente si tratta soltanto di un «test», per verificare l’efficienza del sistema, che ha lo scopo di tamponare rapidamente eventuali interruzioni delle forniture, come per esempio è accaduto nel 2011 per la guerra civile in Libia e prima ancora, nel 2005, dopo gli uragani Katrina e Rita. Ma alcuni analisti non sono convinti: la mossa potrebbe anche essere un segnale di avvertimento alla Russia, impegnata in manovre militari al confine con l’Ucraina. Il rilascio di riserve a scopo di test, del resto, non è un evento comune: l’ultima volta Washington l’aveva deciso nel 1990, guarda caso proprio l’anno in cui le truppe irachene di Saddam Hussein invasero il Kuwait. Inoltre, il greggio appena messo in vendita – ha specificato il dipartimento per l’Energia – è di qualità «sour», ossiad alto contenuto di zolfo. Proprio come i principali greggi russi, a cominciare dall’Ural. Solo coincidenze?
Sissi Bellomo – Il Sole 24 Ore, 12 marzo 2014