La linea, le tesi e le motivazioni di Berlusconi hanno acquisito tratti indelebili, insostituibili, improponibili e inaccettabili. I suoi messaggi ai raggruppamenti presenti nella coalizione, sotto un manto suadente, in effetti appaiono perentori e imperativi. Nei “fogli d’ordine” quotidiani raccolti e commentati dal foglio di famiglia, invece, i toni sono tenuti sul filo dell’irrisione e del sarcasmo.
Berlusconi infatti è il perfetto, il faro, il leader, invidiato negli spazi siderali, al contrario di Salvini provocatore, inascoltabile.
Questo scontro personale, nel quale opportunamente la Meloni non entra, anche perché, secondo l’avviso espresso da La Russa, il solo partito di destra esistente non può accettare supinamente i programmi predefiniti dai due contendenti.
Non possono poi mancare altre considerazioni e non vanno nascoste forti e sostanziali riserve sulle posizioni reali del divo di Arcore.
Innanzitutto Berlusconi pare confidare sull’apporto, del tutto pulviscolare, della “quarta gamba”, costituita da uomini dalle mille casacche, subito frantumata dalla dissociazione di Quagliariello e di Cesa. L’aggregato forzista poi è impegnato in un’ azione sotterranea di fiancheggiamento della maggioranza di sinistra, provata da un canto dall’accondiscendenza sulla vergognosa vicenda bancaria e dall’altro dalla concertazione (recte, l’inciucio) per le designazioni in importanti poltrone.
Un altro esempio dell’inequivocabile sostegno all’esecutivo è rappresentato dal titolo anodino dato sulla gazzetta della Casata alla notizia del nuovo contratto degli statali, il primo dopo 10 anni. Non viene segnalato che si tratta di aumenti lordi, che in altri tempi , ammessa sia mai esistita una posizione seriamente critica della fazione berlusconiana, sarebbero stati senza esagerazione definiti “un’elemosina”.
Sulla Lega che “Il Giornale” etichetta, lontano dalla storia e dalla realtà, sprezzantemente un partito “nazionalista”, vale per ora e per il futuro svelarne l’immodificabile natura con due domande: 1) perché è stato mantenuto lo stemma del “leone di S. Marco”, ossia della Repubblica di Venezia? Poteva costituire una prova della scelta l’abbinamento con quelli di Genova, Pisa ed Amalfi; 2) chi si è mai seriamente interrogato sulla figura di Alberto da Giussano, il famoso “Power Ranger” di Checco Zalone, cantato da Carducci nella “Canzone di Legnano”?
Gian Luigi Barni , nella documentata e puntuale “voce” del “Dizionario biografico degli italiani” ne parla come di una “leggenda”. Per noi italiani la parola ha come termine antitetico, l’altra, “verità”.
Spero la Meloni si renda conto che il Berlusca vuole distruggere la destra. Ha messo una candidatura di disturbo alle elezioni di Roma per evitare che la Meloni andasse al ballottaggio, con un ordine di Ghedini ha sfasciato la giunta di padova consegnando la citta’ ai centri sociali. In Sicilia vi obbliga a eleggere Micciche’, che viene da Lotta Continua, tra i papabili per la poltrona di premier vi e’ Frattini, che viene dal manifesto, tutto cio mentre Sgarbi scrive articoli in cui assolve la Boschi. Che volete di piu’? Alleatevi con la lega, altrimenti perdete voti e soprattutto speranza
Purtroppo anche la lega è un alleato inaffidabile. Sta tentando di svuotare il suo bacino elettorale promuovendo partitini di estrema destra che non per caso hanno più mezzi che aderenti e che svolgono la funzione di collaborazionisti. Ma è evidente la strumentalizzazione elettoralistica di personaggi in cerca di sgabelli. E Allora? Bisogna avere il coraggio di correre da soli anche sacrificando posizioni elettorali favorevoli per investire sul futuro e costruire una destra seria che possa diventare punto di riferimento per chi vuol ribellarsi alla attuale sistema.