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Home Europae

Viaggio in Catalogna 2/ L’indipendenza? Non è un buon affare…

di Enzo Raisi
21 Ottobre 2017
in Europae, Home
0
Viaggio in Catalogna 2/ L’indipendenza? Non è un buon affare…
       

Terzo ed ultimo giorno di lavoro in Barcellona. Mi alzo presto ho gli ultimi appuntamenti e le ultime occasioni per conoscere da dentro la questione catalana. Ed incomincio subito. Scendo a far colazione, incontro la solita cameriera di tutte le mattine, una giovane e carina catalana. Non perdo tempo. “ Allora che succede? Diventate indipendenti? Sai sono italiano e non ci capisco nulla….” Lei mi guarda con un sorriso tipico della bella gioventu’. “ ah ah anch’io non ci capisco piu’ nulla. Questi sono matti. Qui in albergo in due settimane abbiamo fatto meno 20%. spero solo che questa cosa finisca presto, una pagliacciata che noi lavoratori non possiamo piu’ sopportare, qui parliamo del nostro lavoro, ho paura di perderlo per una sciocchezza come questa dell’indipendenza”.

Sorrido, mangio velocemente il mio croissant, pago il conto e mi metto in auto per gli ultimi appuntamenti. La solita coda pazzesca, come sempre Barcellona tra le otto e le nove del mattino ha tutte le strade intasate e non si puo’ fare nulla perche’ tutto quello che si poteva costruire lo si e’ fatto in termini di infrastrutture, ma Barcellona e’ stretta tra le montagne e il mare e, a differenza di Madrid, non puo’ fare altre tangenziali. Arrivo al pelo all’appuntamento dove mi aspetta uno dei miei piu cari amici catalani, nonché’ socio in affari e un suo partner. Il mio amico scherza, subito: “ spero tu abbia preso il passaporto…” poi vede che ho tappato l’adesivo della bandiera spagnola della mia auto e mi dice che ho fatto bene: “ci sono troppi imbecilli in giro e per una cosa cosi’ ti possono sfregiare l’auto. “Benessum”, penso io. Il mio amico e’ Leandro e’ un catalano doc, tutta la sua famiglia e’ andata a votare nel referendum del 1 di ottobre, lui e’ sempre stato fortemente autonomista, ma lui stesso ammette che l’indipendenza e’ una follia. Poi si dice preoccupato di quelli della Cup, il partito di estrema sinistra che sorregge il governo catalano con il loro voti determinanti, e che oggi ricattano Puigdemont e muovono gli attivisti nelle piazze. “ per loro l’indipendenza e’ solo un mezzo per creare una repubblica anarco-comunista, nulla a che fare con i nostri valori di catalani autonomisti.”

Il suo amico, uomo di affari anche lui come me con grande esperienza nell’export, carica l’asso. “Sono tutti dei matti. Ma dove andiamo da soli in un mercato globale. Pensa che oggi le due associazione indipendentiste che guidano la rivolta nelle piazze e i cui due leader sono in galera per sedizione, hanno fatto un tam tam via internet invitando tutti i catalani a togliere i contanti dalle banche per protestare contro la loro fuga dalla Catalogna delle loro sedi legali. Vedi per caso code davanti alle banche per il corralito che avevano annunciato?” Incomincio a guardarmi attorno e vedo due banche, no in effetti non c’e’ nessuna fila…. “ Vedi sono tanto cretini che lo hanno fatto proprio oggi, ossia nel giorno in cui si paga l’iva e le imposte sociali e secondo te i cittadini catalani rischiano mega multe per questi qui? No, vedi oggi e’ la dimostrazione che tutto questo e’ un bluff e quei due spero che rimangano in galera per molto tempo e te lo dice un catalano da generazioni.” Ecco rimango stupito della veemenza con la quale dice queste cose, ma lo capisco, lui uomo d’affari e per di piu’ di affari internazionali sa bene il danno che stanno arrecando con questa ormai farsa dell’indipendenza e il rischio che corrono in termini di immagine ed economia. E sa bene quanto il catalano possa anche giocare questa partita a poker, ma solo fino a quando non gli toccano il portafoglio e questa storia delle banche e della minaccia del corralito indipendentista ne e’ la conferma.
Ci beviamo su, io solo un caffe’, sono a dieta. Vado a pranzo con il mio amico e la sua nuova compagna e ridendo mi dice: “ vedi con lei in casa parlo castellano, perche’ con la mia precedente moglie in casa parlavo solo catalano e cosi almeno diversifichiamo”… “ certo” dico io “un bel vantaggio parlare due lingue”…. ridiamo ma non capisco se e’ una risata liberatoria o la quiete prima della tempesta perche’ il governo di Madrid, dopo le inutili richieste di chiarimenti a Puigdemont se avesse o meno dichiarato l’indipendenza e le sue risposte tipo aspettate altre due mesi, ha deciso di applicare l’articolo 155 della costituzione ossia la sospensione dell’autonomia per violazione della costituzione. Il mio amico ed io sappiamo bene che questo passaggio sara’ la fine della partita a poker, da domani chiunque abbia bluffato ha perso perche’ le carte si metteranno sul tavolo e comunque vada non sara’ indolore.
In questi tre giorni ho sentito di tutto e il contrario di tutto, tra le svariate posizioni in comune c’e’ solo il fatto che tutti sono stanchi di questi tira e molla e che la preoccupazione per l’economia e’ forte. Ieri il ministro della sanita’ spagnola ha accompagnato, facendo il suo dovere fino in fondo, gli assessori alla sanita’ della Generalitat catalana e del comune di Barcellona a Bruxelles a sostenere la candidatura di Barcelona come sede dell’agenzia europea del farmaco. Barcellona avrebbe avuto tutti i numeri per vincere, ma ieri bastava guardare le facce rassegnate dei tre per capire che questa sara’ solo una occasione persa, per una partita a poker che non vedra’ ne’ vinti ne’ vincitori ma solo vittime.
In attesa del d day dell’applicazione dell’articolo 155……..
Salgo in auto per il rientro a casa, al primo autogrill faccio benzina e tolgo la copertura all’adesivo con la bandiera spagnola, vado verso Valencia non e’ piu’ necessario.

Nel nono giorno dalla nascita presunta della repubblica indipendente di Catalogna, una saluto da Barcellona, in viaggio per Valencia a voi studio.

Tags: CatalognaSpagna
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