
Ricordare la Vittoria del 1918 è cosa buona e giusta. Ritrovare un capolavoro dimenticato è ancora meglio. Finalmente sono stati restaurati da qualche mese — ma la notizia (chissa perchè?…) è stata quasi ignorata sino ad un bel reportage settembrino del TG 2 — i due grandi affreschi presenti sotto i portici del Cortile delle Vittorie nella Casa Madre dei Mutilati e Invalidi di Guerra di Roma.
L’edificio, prospettante sul Lungotevere tra Castel Sant’Angelo e il Palazzo di Giustizia, fu costruito in due fasi tra il 1925 e il 1938 dall’ architetto Marcello Piacentini coadiuvato dalla Medaglia d’Oro e mutilato Ulisse Igliori; l’idea fu di Carlo Delcroix, cieco e privo delle braccia, che facendosi interprete delle richieste di milioni di reduci mutilati e invalidi della Grande Guerra convinse Mussolini e Bottai a creare in tutt’Italia una serie di edifici (con apposite strutture sanitarie e ricreative, per il tempo avveniristiche) dedicati agli ex combattenti.
Ovviamente il complesso principale sorse nella capitale: un capolavoro sia per la parte architettonica che per le opere d’arte contenute e per l’arredo. Esteriormente l’edificio si presenta con l’aspetto ruvido e massiccio di una fortezza con murature di blocchetti di tufo e stipiti in travertino di porte e finestre decorati da scritte latine. All’interno un somma di opere d’arte di pittori accomunati dal fatto di aver partecipato alla Grande Guerra rimanendovi feriti: Prini, Romanelli, De Neri, Socrate e Sironi. Di quest’ultimo sono noti due affreschi rappresentanti Vittorio Emanuele III e Mussolini a cavallo; scampati alla “ damnatio memoriae” dell’immediato dopoguerra i due dipinti, ora visibili, sono stati per decenni celati dietro muri in cartongesso. Follie…
La grande corte prospettante il Tevere è fiancheggiata da due porticati che contengono affreschi, per più di 500 metri quadrati, celebranti vittorie riportate dalle Forze Armate; nucleo centrale sono due grandi affreschi per parte celebranti le battaglie del Piave, di Vittorio Veneto, di Gorizia e della Bainsizza. Negli spazi residui a destra e a sinistra sono state affrescate le vittorie nella guerre di Libia, di Etiopia e di Spagna.
Un lato è opera del pittore Cipriano Efisio Oppo, l’altro di Antonio Giuseppe Santagata, ambedue reduci di guerra e fascistissimi. Oppo (1891-1962), poliedrico artista, combattente ed invalido fu strettamente legato al Fascismo e fu protagonista centrale della vita culturale del Ventennio; ebbe numerose commissioni pubbliche e private, fu scenografo e uomo politico. Ideò la Quadriennale di Roma alla quale per discrezione (uomo serio…) non espose. A sua volta Santagata (1888-1985) ebbe una vita lunghissima ed operosa, fu per lo più pittore ma anche scultore e mosaicista e lavorò per la decorazione di edifici pubblici, chiese e santuari. I due operarono con massima cura negli affreschi dei portici rifacendosi alle antiche tecniche e ispirandosi Oppo alla pittura seicentesca e Santagata a quella cinquecentesca.
Gli ottanta anni trascorsi, l’esposizione all’aperto e l’aver operato su muri ancora freschi con parti in cemento avevano creato condizioni di degrado per gli affreschi, ma finalmente la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha stanziato 124 mila euro per un parziale restauro. Grazie a questo finanziamento Lucia Morganti e Valentina White, specializzate nella pittura murale novecentesca, hanno curato il restauro, durato otto mesi, dei due affreschi rappresentanti le Battaglie del Piave e della Bainsizza ripristinandone l’aspetto originario. Restiamo in attesa di ulteriori finanziamenti che permettano il ripristino integrale del ciclo di affreschi del Cortile delle Vittorie della Casa Madre. Speriamo.
Casa Madre dei Mutilati ed Invalidi di Guerra
piazza Adriana 3
Roma
Centro Storico
Rione XXII – Prati