Non seguendo la tv fino a ieri non sapevo chi fosse Malika. Per i pochi come me riassumo: una ragazzina ha dichiarato alla TV di essere stata cacciata di casa in quanto lesbica. I radical chic di sinistra, che non caccerebbero mai un euro per un disoccupato in difficoltà, che anzi insultano dicendo che non ha voglia di lavorare invece di raccogliere pomodori a due euro all’ora (e che quindi ci servono immigrati); i radical chic di sinistra, dicevo, quelli che danno degli analfabeti agli operai perché non capiscono genialità del fregarsene dei diritti del lavoro, e che le vere priorità sono lo Ius Soli, la legge Zan e l’aumento delle tasse, hanno splendidamente aperto le loro borse, in una gara di “solidarietà” per Malika, donandole centinaia di migliaia di euro.
La quale, giustamente, presi 150.000 euro da una parte e in attesa di un altro cheque, intanto si è affittata un bell’appartamento in centro a Milano e comprata una bella Mercedes. Intervistata ha detto prima che la Mercedes non era sua, che i soldi sarebbero andati in un fondo di beneficenza fatto da lei e la Boldrini (la Boldrini imbarazzata ha smentito tutto), poi ha ammesso di aver palesemente mentito e aver avuto solo voglia di togliersi sfizi. Un po’ come la fondatrice di Black Lives Matter che, con i contributi al movimento, si è comprata un villone da 1,4 milioni di dollari, ovviamente in un quartiere totalmente di bianchi.
E’ giusto così: a ideologia farlocca, idoli farlocchi e gente furba che sfrutta i fessi. In attesa che si accorgano di essere fessi, viva Malika che li mette alla berlina.