Alla fine il messaggio di Zelensky è stato letto alle 2.10 della notte da un assonato Amadeus al Festival di Sanremo, seguito dall’esibizione di un gruppo musicale ucraino. In un teatro distratto e imbarazzato che ha riservato applausi di rito al presidente e ai cantanti ucraini. Un’esibizione fuori contesto e del tutto inadeguata al dramma che il popolo ucraino e tutta l’Europa stanno vivendo.
Valeva la pena compiere questa forzatura? Per poi averne paura e nasconderla in un momento quasi marginale, dopo le tante esibizioni di cattivo gusto che questo Festival ci ha riservato? Per far ribadire a Zelensky la sua speranza di un’impossibile vittoria come alibi per rifiutare ogni tentativo di fermare la guerra? Ma, soprattutto, per tentare di far cambiare idea alla maggioranza degli Italiani contrari all’invio di armi in Ucraina?
Noi diciamo di no.
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